Uno studio di alcuni anni fa ipotizzò che la città maya di Palenque forse fu distrutta dai surriscaldati gas vulcanici e, quindi, ricoperta di cenere.
Questo studio é tornato agli onori della cronaca allorché, negli scorsi mesi di novembre e dicembre, il massiccio vulcanico di Popocate si è risvegliato. Secondo gli esperti, infatti, le imponenti nubi di fumo e ceneri che si sono levate dal massiccio messicano possono essere paragonate a quelle che si levarono sulle rovine maya, danneggiandole gravemente.
Il governo messicano, forse con uno sguardo alla storia, ha pubblicato un rapporto che ha emanato l'allarme di un'eruzione vulcanica nei pressi di Città del Messico. Infatti, ci sarebbe il pericolo che un nuovo vulcano possa improvvisamente formarsi dal sottosuolo in una zona densamente popolata.
I dati storici parlano chiaro. Era il 150 d. C. quando il vulcano Xitle, nei pressi della capitale messicana, esplose provocando l'abbandono di ben due centri cittadini, Cuicuilco e Copilco. Nel 930 d. C., il vulcano Xocotepl eruttò con una forza superiore a quella del Krakatoa del 1883. Con la densità di popolazione delle città di oggi, l'evento avrebbe forse causato almeno cinque milioni di morti.
L'Istituto universitario di Geofisica suggerisce che eruzioni vulcaniche come quelle avvenute in Messico possono essere state le cause determinanti del crollo di alcune civiltà. In particolare, l'eruzione del 539 d. C. pare abbia addirittura influenzato il clima della regione, causando temperature invernali e siccità durante tutto l'arco dell'anno.
Si tratta di eventi naturali sui quali l'uomo non ha alcun controllo. Dunque, se i Maya avessero evidentemente posseduto una qualche dote di profezia, quantomeno nel proprio calendario, avrebbero dovuto inserire se non un'eruzione almeno un evento in grado di modificare la propria esistenza.
Crediti articolo Nextme