Gli Stati Uniti vogliono colonizzare Marte o la Luna: e stano già attrezzandosi per costruirci le centrali nucleari che forniranno energia elettrica alle basi extraterrestri. Non è un futuro da fantascienza, ma il 2012: data in cui Nasa e Dipartimento per l’Energia hanno in programma di realizzare sulla terra un impianto dimostrativo.

Lo scorso weekend a Denver si è tenuto un convegno della Società americana di chimica, durante il quale, tra i vari progetti, è stato presentato anche uno molto suggestivo e avveniristico. Ovvero, la costruzione di centrali nucleari sulla Luna e su Marte, al fine di fornire energia per i futuri insediamenti dei laboratori scientifici, e magari, anche per uso civile. Non è fantascienza, ma un progetto reale e tecnologicamente maturo, sviluppato dalla NASA in collaborazione con il DOE, Dipartimento per l’Energia degli Stati Uniti, che si concretizzerà in un prototipo dimostrativo il prossimo anno. A darne l’annuncio, al 242° National Meeeting & Exposition dell’American Chemical Society, in corso a Denver negli Stati Uniti, è stato James Werner, ricercatore dell’Idaho  National Laboratory.“La gente non si accorgerebbe nemmeno che il nostro dispositivo è un generatore di corrente a energia nucleare” dice Werner. Il reattore in sé sta in un contenitore delle dimensioni di solo 45 centimetri per 75.

La centrale nucleare ‘in valigia’, come potrebbe essere ribattezzata, sarebbe in grado di produrre sulla Luna 40 Kilowatt di potenza elettrica, quanto basta per soddisfare la richiesta energetica di dieci case di medie dimensioni sulla Terra. Ma oltre la portabilità, questo sistema ha dalla sua un altro importante vantaggio rispetto ai sistemi fotovoltaici, oggi di fatto l’unica alternativa, insieme alle celle a combustibile, per la produzione di elettricità nello spazio: fornire cioè energia in modo continuo, non vincolato alla presenza di luce solare. “La maggiore differenza tra energia solare e reattori nucleari  è che i reattori nucleari sono in grado di produrre energia in qualsiasi ambiente,” ha spiegato Werner. 

”Il potere della tecnologia di fissione non si basa sul Sole, il che rende in grado di produrre grandi quantità  di energia costante durante la notte o in condizioni difficili come quelle che si trovano sulla Luna o su Marte". Dunque generatori nucleari potrebbero essere installati anche sul fondo di crateri, canyon o nel sottosuolo.

Principio di funzionamento: è basato sul processo di fissione nucleare di elementi radioattivi,  lo stesso dei grandi reattori che sono presenti nelle centrali elettriche di tutto il mondo. “La fisica di base è la stessa, ma i livelli di potenza, i sistemi di controllo del reattore e i materiali usati per confinare i neutroni prodotti all’interno del nocciolo sono completamente differenti” prosegue Werner. “Altro fattore cruciale per l’impiego in missioni spaziali di questi dispositivi è il loro peso, che deve ovviamente essere minimizzato. Un problema che non viene di solito considerato nei reattori di tipo commerciale”.

Questi dispositivi potrebbero dunque aprire una nuova strada per lo sfruttamento del nucleare nello spazio. Solo il tempo ci dirà se la tecnologia di cui disporranno sarà anche sicura e affidabile come promesso.


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