Le TV erano ancora in bianco e nero, i filmati potevano essere visualizzati soltanto in quella tonalità e pure noi tutti, ognuno di noi, ricorderà quel 20 luglio del 1969.
Saltellava, quasi svolazzando, per poi compiere un gesto ad oggi nel cuore di molti, un gesto rimarcato da quella grazia cinematografica, e proprio in quell’istante la bandiera statunitense diventò parte del nostro satellite, la Luna.
Stiamo parlando di un eroe della scienza, l’emblema degli astronauti, colui che per primo toccò la superficie lunare: Neil Armstrong. Ed è così che vogliamo ricordarlo, come un eroe, perché in fondo lo è stato, con un addio ma anche con una promessa. Vivrai. E mai cesserai di vivere perché ti ricorderemo e continueremo a parlar di te per non smettere di valorizzare quella grande impresa che per primo hai superato.
Il 25 agosto 2012, Neil Armstrong ci ha lasciati. All’età di 82 anni si è spento, a seguito di un recente intervento nell’area cardiaca subito pochi giorni fa, verso l’inizio di agosto, per problemi cardiovascolari.
Il mondo intero si è espresso in merito alla sua morte, primo fra tutti l’intervento del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, insieme alla sua First Lady dove nel corso di un discorso si è dichiarato “profondamente colpito” e lo ha ricordato per ciò che è stato: “Uno dei più grandi eroi di tutti i tempi che ci ha insegnato l’incredibile potere che può compiere un piccolo passo”.
Lo definivano “timido”, “molto tranquillo” tutti i colleghi. Un semplice ingegnere dell’Ohio destinato a cambiare la storia dell’umanità. Il primo “moonwalker” che emozionò una e più generazioni proprio 43 anni fa, anni di cambiamento, di storia, di incredibile sviluppo per la scienza rimarcati da quelle famose frasi impresse nei libri “That’s one small step for (a) man, one gigant leap for mankind”, “un piccolo passo per un uomo, un balzo da gigante per l’umanità”.
Simbolo di trionfo per l’America, simbolo di una vittoria schiacciante che in quelle ore passate sulla luna raccolse campioni e reperti, svolse video e fotografie, fece brevi esperimenti oggi di vitale importanza.
In molti lo ricordavano come un “nerd” talvolta un po’ imbranato. Lo stesso che quando il computer del modulo lunare Eagle, durante l’allunaggio, smise di funzionare prese i comandi rendendosi protagonista di un salvataggio stoico ed un impresa memorabile ricordata con le sue parole “Houston, qui Base della Tranquillità. L’Aquila è atterrata”. Un momento di paura trasformatosi in un attimo di gloria ed emozione.
Un evento mediatico di dimensioni globali, forse il primo degli eventi globali nella storia della televisione in bianco e nero. Probabilmente l’unico della sua carriera, a seguito della quale decise di rimanerne appartato, forse perché poco attratto dalle luci, Armstrong, è stato professore universitario fino alla fine dei suoi anni. Ed ora l’intero mondo dedica un secondo di attenzione a quest’uomo che nel suo piccolo, è parte della nostra storia ..parte di noi.
Crediti articolo: scienze-naturali.it