Nella "vicina” galassia M95 è stata individuata una nuova supernova: la morte di questa stella è una delle più vicine a noi finora osservate e permetterà di studiare i primi stadi di una supernova

La galassia a spirale barrata M95 vista dal Very Large Telescope in Cile prima dell'apparizione della supernova. Immagine per gentile concessione ESO

Il 16 marzo astronomi e astrofili hanno seguito con attenzione il puntino luminoso ai margini di M95, una galassia a spirale barrata nella costellazione del Leone. E qualche giorno fa, basandosi sulle osservazioni effettuate da vari team in tutto il mondo, la International Astronomical Union ha confermato che la luce appartiene sicuramente a una stella esplosa, ora chiamata SN 2012aw.

La gran parte delle supernove in genere viene individuata in galassie molto più lontane, quindi l'esplosione non viene rilevata finché non raggiunge la massima brillantezza, spiega Ulisse Munari dell'Istituto nazionale di Astrofisica (INAF).

Ma la nuova supernova si trova in una galassia a "soli” 37 milioni di anni luce: in termini astronomici, praticamente la porta accanto. "La soglia di rilevabilità è già stata superata”, aggiunge Munari, e la supernova dovrebbe apparire anche più luminosa nei giorni a seguire.

Non solo: alcuni astrofili hanno scattato delle immagini della galassia M95 prima dell'apparizione di SN 2012aw. Confrontando immagini vecchie e più recenti, sarà quindi possibile per gli astronomi studiare i primissimi stadi di una supernova, forse anche ricostruire cosa accade durante le prime ore dell'esplosione di una stella.

SN 2012aw è una cosiddetta supernova di tipo II, o supernova a collasso nucleare, che si forma cioè a partire dal collasso interno e dalla conseguente violenta esplosione di una stella di massa superiore ad almeno 9 volte la massa del Sole (stella massiccia).

Gli astronomi, dice Munari, "hanno a disposizione una straordinaria opportunità di indagare il modo in cui lo shock iniziale si propaga all'interno della struttura stellare” nel corso dell'esplosione che ne risulta.

Immagine per gentile concessione ESO

Articolo completo su: NationalGeographic


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