Gli astronomi hanno unito 14 anni di osservazioni di Hubble riuscendo a creare un film senza precedenti, rivelando dettagli mai osservati prima riguardanti la nascita di nuove stelle, cercando indicazioni utili sulle fasi finali della nascita di una stella e tentando di comprendere il comportamento del Sole 4,5 miliardi di anni fa.
Ci sono voluti quasi due decenni di riprese ma i filmati ottenuti stanno ampiamente ripagando l’attesa. Protagoniste sono tre stelle giovani distanti poco più di 1.000 anni luce dai cui dintorni vengono espulsi getti di gas che viaggiano a velocità supersoniche. Il telescopio spaziale Hubble le ha osservate per 14 anni, ottenendo in tutto questo tempo una lunga serie di immagini elaborate e poi messe assieme a creare filmati che mostrano l’evoluzione dei getti. Poter vedere in pochi secondi ciò che è avvenuto in 14 anni sta rivelando situazioni e dettagli mai visti prima. Le immagini in movimento offrono una vista unica di questi fenomeni stellari, i quali subiscono mutamenti in tempi relativamente recenti. La maggior parte dei processi astronomici infatti variano su scale temporali decisamente più lunghe di una vita umana.
“Per la prima volta possiamo effettivamente osservare come questi getti interagiscano con l’ambiente circostante. Tali interazioni ci dicono come giovani stelle influenzano gli ambienti di cui fanno parte. Con film come questi, possiamo ora confrontare le osservazioni dei getti con quelli prodotti da simulazioni al computer ed esperimenti di laboratorio per vedere quali aspetti delle interazioni si comprendono e quali invece non riusciamo a capire “, ha affermato Hartigan, astronomo della Rice University di Houston.
I getti rappresentano una fase di breve durata della formazione stellare che dura “solo” 100.000 anni circa. Si chiamano oggetti di Herbig-Haro, dal nome dei ricercatori che per primi li hanno studiati. Gli astronomi non sanno ancora spiegare il ruolo che possiedono nel processo di formazione stellare o esattamente come la stella li scateni. Quando la stella cresce, attira gravitazionalmente più materia, creando un grande disco rotante di gas e polveri intorno ad essa. Al termine i pianeti possono sorgere all’interno del disco come grumi di polvere. Il materiale del disco assume forma spiraleggiante sulla stella e sfugge ad alta velocità lungo l’asse della stessa.
I getti veloci sono confinati in fasci stretti dal potente campo magnetico e la fase del getto si arresta quando il disco esaurisce il suo materiale, di solito pochi milioni di anni dopo la nascita della stella. Le dimensioni dei getti sono circa 10 volte la larghezza del sistema solare e viaggiano a più di 700.000 km/h. Osservazioni precedenti hanno rivelato che i getti non vengono espulsi in un flusso costante, come l’acqua che scorre da un tubo da giardino, ma sono lanciati sporadicamente in gruppi. I filmati mostrano che il gas nei getti si muove a velocità diverse, come il traffico in autostrada.
“Nel loro insieme i nostri risultati dimostrano come i getti abbiano comportamenti molto diversi, contrastando le teorie della maggior parte delle simulazioni esistenti. Gli scienziati di varie discipline hanno portato una buona dose di competenza, utilissima per l’apprendimento di questa fase critica dell’evoluzione stellare”, ha detto infine Hartigan.
Il confronto tra questi aspetti e quelli previsti dalle simulazioni al computer e dagli esperimenti di laboratorio permetterà di comprendere a fondo il comportamento dinamico dei getti e la loro interazione con l’ambiente spaziale circostante. Un risultato necessario a sua volta per migliorare i modelli teorici che descrivono le prime fasi dell’evoluzione delle stelle, compreso il Sole, che circa 4 miliardi e mezzo di anni fa deve aver avuto anch’esso i suoi lunghi getti.