Le istruzioni per produrre le proteine sono contenute tutte in una piccolissima frazione del nostro Dna. A che serve il resto, allora?
Un mistero al 97%
Da quando è stato decifrato, ovvero dal 2003, il genoma umano non ha più segreti per noi. O, alemeno, così sembra. Purtroppo è una falsa notizia. Dopo decenni di ricerche e sforzi, si è scoperto che solo il 3% del Dna contiene il progetto per produrre le proteine (cioè le molecole che costituiscono le cellule). Il resto, il 97%, quindi la stragrande maggioranza, era definito fino a qualche tempo fa "junk Dna", Dna spazzatura.
Segni di punteggiatura?
Non produceva proteine e quindi non serviva a niente, si ragionava. "Ma non è così" dice Giuseppe Biamonti, direttore dell'Istituto di Biologia molecolare e cellulare del nucleo, parte del Cnr. "A poco a poco si è capito che qualche funzione questi frammenti ce l'hanno. Quali siano però, si può solo ipotizzare". Si sa che molti tratti del cosidetto "Dna non codificante" sono frammenti di geni inutili, rimossi il processo di creazione delle proteine. La funzione del resto, attorno al 50%, è invece del tutto ignota. "Potrebbe avere compiti regolativi" - prosegue Biamonti - "rallentare o accelerare la trascrizione (cioè lettura) del Dna e il trasferimento delle informazioni al resto della cellula: è come se fossero tanti caratteri di interpunizione che ci dicono come leggere un testo. Oppure potrebbe avere un utilità strutturale, favorire cioè l'impacchettamento del Dna all'interno del nucleo".
L'acido desossiribonucleico (DNA) è un acido nucleico che contiene le informazioni genetiche necessarie alla biosintesi di RNA e proteine, molecole indispensabili per lo sviluppo ed il corretto funzionamento della maggior parte degli organismi viventi.
Sicuramente ci sono anche molti pseudogeni, cioè geni che hanno perso, per mutazioni o altro, la loro funzione originaria, oppure ancora derivanti da antichissime infezioni virali che hanno lasciato "pezzi" di Dna nel nostro genoma. "Ma anche in questo caso" - conclude il professore - "c'è chi sostiene che potrebbero avere un'utilità: modulare l'azione dei geni veri e propri". Oppure potrebbero svolgere qualche funzione nella riparazione del Dna o nella struttura di alcune parti dei cromosomi.
Potenza di calcolo
"In realtà è un buco nero. E' ragionevole pensare che prima o poi troveremo le funzioni di tutto il Dna, ma dipenderà anche dalla potenza di calcolo che avremo a disposizione per interpretarne le sequenze". Proprio come è accaduto per la fisica delle particelle. Che ci sia bisogno di un accelleratore per il Dna?
Autore del'articolo: Marco Ferrari Immagine di testata (clicca qui) 1° immagine (clicca qui)