Librarsi in aria dal cortile di casa. Volare a pancia in giù come supereroi, sfrecciare silenziosi tra le nuvole. Roba dell’altro mondo? Non più con Puffin!!
Poco più che uno "zainetto" a propulsione, è mosso da due motori elettrici efficienti al 95%, che se pur piccoli, generano una spinta impressionante: 60 cavalli sono sufficienti a sollevare una persona. Amico dell'ambiente. Ma soprattutto, Puffin non inquina. Alimentato a propulsione elettrica, Puffin ha una velocità di crociera di 240 chilometri all’ora, ma può sfiorare i 480 in fase di accelerazione. E a differenza dei velivoli a combustione, può raggiungere i 9150 metri di altitudine senza temere l’aria rarefatta (ad alta quota infatti, la quantità di ossigeno presente nell’aria diminuisce).
Il velivolo monoposto che potrebbe presto rivoluzionare il nostro modo di volare e sta già facendo sognare gli aspiranti Icaro di tutto il mondo. Compatta nella forma (3,7 metri di lunghezza per 4,1 di apertura alare) e leggerissima (135 chili più 45 di batteria), quest’aeromobile in fibra di carbonio non ha infatti niente a che vedere con gli elicotteri ultraleggeri che già conosciamo. Somiglia più che altro a un aliante, e si pilota a pancia in giù, alla maniera dei supereroi. Quando è fermo si regge con 4 arti meccanici estraibili che in fase di atterraggio si aprono attutendo l’impatto al suolo.Ma al momento del decollo si trasforma: gli arti si chiudono, i flap si aprono e l’aircraft si alza in volo verticalmente come uno Shuttle, per poi inclinarsi in orizzontale una volta in quota.
Quando lo vedremo sfrecciare sulle nostre teste poi, sarà 10 volte più silenzioso di un comune elicottero: produrrà un rumore di appena 50 decibel, il tono di una normale conversazione o di una lavapiatti. Insomma, l’ideale per compiere missioni militari segrete come salvataggi e ricognizioni in volo del territorio.
Pensati in origine per decollare dai sottomarini dell’esercito americano, i Puffin militari saranno pressoché indistruttibili: «La prossima generazione di Puffin potrebbe avere più di una coppia di propulsori, in modo che l’aereo possa resistere anche nel caso un motore sia messo ko da uno sparo, o da un uccello» ha detto Mark Moore, coordinatore del progetto presso il Langlay Research Center della Nasa.