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Dopo anni di preparativi Felix Baumgartner sta per diventare il primo uomo a lanciarsi da 36.000 metri di quota e a superare il muro del suono a corpo libero. Per prepararsi allo storico salto il base jumper austriaco si è preparato per 5 anni e nella sua incredibile missione sarà assistito dalle più avanzate tecnologie di derivazione spaziale. Ma il lancio dalla statosfera rimane comunque un azzardo e le possibilità che qualche cosa vada storto e Felix non sopravviva sono più che concrete.

Claustrofobia e record da battere

Baumgartner, 43 anni, è un ex paracadutista e non è nuovo a esperienze del genere ma mai si era spinto tanto oltre. Da "diligente" atleta di sport estremi ha compiuto numerosi base jumps in famose location come la Statua del Cristo a Rio, le Petronas Towers a Kuala Lumpur e il grattacielo Taipei 101. Inoltre, è stato il primo uomo nella storia ad attraversare la Manica in caduta libera usando ali in carbonio, ma mai si era spinto tanto oltre. Negli anni di preparazione ha dovuto lottare contro gli attacchi di claustrofobia “causati dalle ore passate all’interno della tuta e del casco necessari alla sopravvivenza spaziale” ha detto il New York Times. Il precedente record è segnato dai 31,33 km firmati da Joseph Kittinger che, ad oggi, detiene il record mondiale per il lancio da un’altezza simile nell’atmosfera. Durante il primo salto, quello di 23, 28 km, Kittinger era svenuto e soltanto il paracadute automatico l’ha salvato. Il record è datato 16 agosto 1960.

A tu per tu con l'estremo

Se l’impresa va come si spera, Baumgartner sarà il primo a rompere la barriera del suono in caduta libera: “Dimostrare che un essere umano può rompere la velocità del suono nella stratosfera e tornare sulla Terra sarebbe un passo verso la creazione di procedure di salvataggio nel vicino Spazio, che attualmente non esistono” ha dichiarato. Ha paura? “Conosco già le conseguenze di un possibile esito negativo ma ho imparato a controllare la paura”.

 

Di seguito vi mostreremo un estratto dell'intervista rilasciata al New york times:

Cosa l'ha spinta ad affrontare questa missione?

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"Mi piacciono le sfide e non ne esiste una impegnativa come quella di provare a diventare il primo uomo ad infrangere la barriera del suono in caduta libera. Questa, però, è solo la punta dell'iceberg delle nostre motivazioni. La missione Red Bull Stratos ci dà la possibilità di raccogliere informazioni che potranno contribuire allo sviluppo di sistemi salva-vita per gli astronauti ed i piloti. E forse per i turisti spaziali del futuro. Provare che un uomo può superare il muro del suono nella stratosfera e tornare sano e salvo sulla Terra sarebbe un decisivo passo avanti nello sviluppo di procedure di salvataggio in un ambiente vicino allo Spazio, che attualmente non esistono".

Questo salto spingerà il suo corpo al suo limite estremo...

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"Non sappiamo come il corpo reagisce quando si avvicina alle velocità supersoniche. L'effetto della transizione verso lo stato supersonico e ritorno è sconosciuto. Questa è una delle cose che speriamo di imparare. Un giorno, forse, sarà possibile far tornare a casa gli astronauti in completa sicurezza, nel caso di malfunzionamento delle navette. Sembra quasi fantascienza, ma è questa la direzione in cui si sta muovendo la ricerca aeronautica. Per questo motivo, la reazione del mio fisico verrà analizzata secondo per secondo e i dati che usciranno fuori saranno informazioni molto importanti per i ricercatori".

C'è qualcosa che la preoccupa di più nel compiere questo passo verso l'ignoto?

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"Molte cose, ma ho passato la vita nel mondo delle sfide estreme imparando ad usare la paura a mio vantaggio. La paura è mia amica. È quello che mi permette di non fare il passo più lungo della gamba. In una missione come questa, devi essere pronto mentalmente ed avere il controllo totale su quello che stai facendo: mi sono preparato duramente. Inoltre, ho un fantastico team che mi supporta. Sono sicuro che se non fossero convinti della possibilità di successo della missione, non sarebbero qui. Mi fido della loro esperienza: la loro sicurezza è la mia sicurezza".
Si butterà da una speciale capsula pressurizzata agganciata a un grande pallone a elio.

Quali sono le operazioni prima del lancio?

"Abbiamo sviluppato una dettagliata procedura tecnica che devo compiere prima del salto. Sono 40 singole operazioni che devono essere eseguite in un certo ordine. In quel momento capisci che sei completamente dipendente dalla tecnologia, in un luogo dove nessuno può aiutarti. Appena prima del salto la frequenza cardiaca diminuirà, perché sarà il momento in cui riprenderò il controllo".

Quante prove ha effettuato finora?

"Due: una volta da 21mila metri e poi a 29mila. Ma come skydiver ho alle spalle più di 25mila salti. Saltare è il mio lavoro. Inoltre, appena prima di saltare, saprò che sarò sul punto di tornare a casa".

Quale sarà la cosa più importante nel salto?

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"Dovrò mettermi in una posizione stabile prima di raggiungere la velocità del suono. Con tutta l'esperienza che ho accumulato in aria, questo non dovrebbe essere un grosso problema, ma per la stabilità mi serve la resistenza del vento. Il problema sorge poiché per circa 30 secondi non avrò l'ammortizzazione dell'aria e dunque non riuscirò a controllare il modo in cui il mio corpo ruoterà. Comunque, nei test che abbiamo fatto, sono sempre riuscito a stabilizzarmi abbastanza velocemente appena c'è stata l'aria necessaria per farlo".
Non è filato tutto liscio però. Ci sono stati degli inconvenienti. Le operazioni di riparazione sulla capsula vi hanno costretto a modificare il programma originale.

Come avete affrontato questo problema?

"Certamente sarebbe stato meglio se la capsula non si fosse danneggiata, ma siamo stati fortunati e il team ha fatto un lavoro eccellente. Per me è stato utile perché mi ha permesso di ricaricare le batterie, sia fisicamente che mentalmente. È sempre complicato quando ci sono cambi di programma, ma dopo 25 anni di sport estremi, sono abituato ad affrontare questo genere di cose. L'ultimo test è stato un successo. Ora siamo pronti per il volo dell'8 ottobre"


Aggiornamento del 09/10/2012

ROSWELL - Niente da fare. Felix Baumgartner non salta. Proprio nel momento clou, una volta entrato dentro la capsula che avrebbe dovuto portarlo su fino ai 36mila metri, da dove poi lanciarsi, è arrivato il dietrofront del team. Colpa del vento. Lo stesso che aveva fatto spostare il tutto a oggi.

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Il 43enne base jumper di Salisburgo non ha fatto nulla per nascondere la sua delusione. Dopo un tira e molla durato quattro ore, sembrava che i meteorologi avessero dato il via. Era scattato l'applauso al media center, "Felix salta", tutti pronti a godersi lo spettacolo del primo uomo che supera il muro del suono a corpo libero, protetto da una tuta sofisticatissima simile a quella degli astronauti.

Ma andiamo con ordine. La giornata è partita prestissimo: alle 4 del mattino ora locale (le 12 italiane) ritrovo alla base militare di Roswell, la città degli ufo; poi le ultime messe a punto del pallone a elio contenente la capsula depressurizzata. Il lancio previsto per le 6.57, quando cioè è spuntata la prima luce del sole, è stato però rimandato di ora in ora: c'era ancora un filo di vento, meglio attendere l'assenza totale. "Bastano tre chilometri orari, cioè una leggerissima brezza, e salta tutto", spiegava il metereologo Donal Day. Cattivissimo auspicio.

A un certo punto il vento è sceso, diventando quasi impercettibile. Così alle 10.50 sono cominciate le operazioni per far entrare Baumgartner dentro la capsula, issata su da una gru. Sguardo teso e concentrato, le prime prove di comunicazione a terra: "E' quello di sempre, è tranquillo" commentavano dallo staff.

Alle 11.30 la doccia fredda. Quel vento rischiava di rompere il pallone di elio durante la risalita, e allora sì che sarebbe stata una disgrazia. Il comando quindi ha optato per lo stop alle operazioni. Baumgarter ripeteva "io sono pronto ad andare". Non oggi però: "Vi terremo aggiornati su quando sarà il prossimo lancio", dicono adesso dal team Red Bull. Di sicuro la scelta si è rivelata saggia, fuori il vento si è alzato davvero e la sabbia del deserto entra anche in sala stampa.

Aggiornamento del 14/10/12

Felix Baumgartner ce l'ha fatta, ed entra nella storia come il primo uomo ad aver superato il muro del suono in caduta libera. Dopo un'ascensione di 2 ore e 37 minuti a bordo della speciale capsula che lo ha portato a 39.060 metri (2500 metri in più alto di quanto originariamente previsto), l'austriaco ha aperto il portellone e si è buttato dalla stratosfera.

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Felix Baumgartner, 43 anni, supera il muro del suono dopo 5 anni di preparativi (© Red Bull Media House)

Oltre il muro del suono. In poche decine di secondi ha superato i la velocità del suono (1110 km/h), per poi aprire il paracadute dopo 4 minuti e 15 secondi di caduta libera. Dopo altri 4 minuti Felix ha toccato terra, tra l'entusiamo del suo staff che lo ha seguito dal centro controllo missione di Roswell, nel New Mexico.
Nella prova non sono mancati i momenti di tensione: il primo pochi secondi dopo il lancio, quando Felix ha inziato a ruotare vorticosamente su se stesso impiegando qualche istante per riprendere il controllo del suo corpo; il secondo quando ha improvvisamente smesso di parlare, subito dopo aver superato il muro del suono, probabilmente affaticato per l'incredibile sforzo.
Una volta toccato il suolo Baumgartner si è inginocchiato ed è stato immediatamente raggiunto in elicottero da alcuni dei suoi tecnici e dai medici.

Tutti i record di Felix

Anche se mancano ancora le conferme ufficiali, con questo incredibile salto Felix ha conquistato in una volta sola almeno 4 record:
- il suo pallone è quello che è arrivato alla maggior altezza mai registrata fino ad oggi con un equipaggio umano
- il salto è stato il più alto mai tentato
- è stato il primo uomo a superare il muro del suono a corpo libero
- la sua caduta libera è stata la più lunga della storia.

Il lancio di Baumgartner ha coinciso con il 65esimo anniversario dello storico volo di Chuck Yeager, il pilota americano che diventò il primo uomo a rompere il muro del suono a bordo di un aereo.


Fonti estere: (The New York Times)

Fonti italiane: (giornalettismo.com) (focus.it) (repubblica.it)

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