Nel museo di Storia Naturale di Londra si trova un teschio datato circa 38.000 anni fa, periodo Paleolitico, rinvenuto in Zambia nel 1921.
Sulla parete sinistra del teschio c’è un foro perfettamente rotondo. Stranamente non ci sono linee radiali attorno al foro o altri segni che indichino sia stato prodotto da un’arma, una freccia o una lancia.
Nella parete opposta al foro, il teschio è spaccato e la ricostruzione dei frammenti mostra che il reperto è stato rotto dall’interno verso l’esterno, come si fosse trattato di un colpo di fucile. Esperti forensi dichiarano che non può essere stato nulla di diverso da un colpo esploso ad alta velocità con l’intenzione di uccidere.
Chi possedeva un fucile 38.000 anni fa? Certamente non l’uomo delle caverne, ma forse una razza più avanzata e civilizzata.
Nel Museo di Paleontologia di Mosca, inoltre, è presente un altro reperto simile, il cranio di un bisonte, rinvenuto a Yakuzia (Siberia) e vissuto dai 30.000 ai 70.000 anni fa, sulla cui fronte è presente un buco circolare.
Un altro caso simile viene citato dal giornalista Victor Louis dalla Russia, il quale riferisce che nel Museo di Paleontologia di Mosca si trova un cranio perfettamente conservato di un bisonte dalle lunghe corna rinvenuto nella Yakuzia (Siberia orientale). Secondo i paleontologi tale specie sarebbe vissuta dai 30.000 ai 70.000 anni fa. Al centro della sua fronte è visibile un foro rotondo che, secondo alcuni studiosi, potrebbe essere stato causato da una pallottola.
Aggiornamento
Proiettili uccisero l’uomo di Neanderthal?
Zanna di mammut "bucherellata" da quella che si pensa essere stata una pioggia di micro meteoriti.I fori di ingresso si trovano tutti sul lato superiore, quello rivolto verso il cielo
Il test della calamita
In uno dei fossili era presente un foro dai bordi bruciati, dall'aspetto simile a quello lasciato da un oggetto scagliato ad alta velocità (come un proiettile, per esempio). Risalito ai proprietari del reperto, West e il suo collega Richard Firestone hanno potuto analizzare altre 15 mila tra zanne e ossa di grandi mammiferi estinti: la presenza più rilevante di micro meteoriti è stata individuata sulla superficie superiore quella rivolta verso il cielo di un gruppo di zanne provenienti dalla penisola di Yukutia(questa regione vi ricorda qualcosa?), nella Siberia orientale. Ulteriori analisi hanno poi confermato che si tratta effettivamente di materiale spaziale, composto prevalentemente di ferro e nichel, e non di schegge di origine terrestre ne tanto meno di proiettili o frecce confezionate da esseri umani.
Mammut in calo
La maggior parte dei fossili analizzati risalga a un periodo che va dai 30 ai 34 mila anni fa: la datazione pone la scoperta ben al di fuori dello studio di West sui clovis, ma può avvalorare altre ipotesi archeologiche. Molti scienziati infatti ritengono che in quell'arco di tempo il numero dei grandi mammiferi, come bisonti e mammut, diminuì notevolmente, anche se non si trattò dell'estinzione definitiva. Colpa della tempesta di meteoriti? È ancora presto per affermarlo, ma «la nostra speranza», commenta West, «è che musei e università inizino a esaminare le loro collezioni di fossili alla ricerca di testimonianze simili».