L'Uroboro detto anche: Oroborus, Uroboros o Uroborus è un simbolo molto antico che rappresenta un serpente che si morde la coda, ricreandosi continuamente e formando così un cerchio.
È un simbolo associato all'alchimia gnosticismo e all'ermetismo. Rappresenta la natura ciclica delle cose, la teoria dell'eterno ritorno, e tutto quello che è rappresentabile attraverso un ciclo che ricomincia dall'inizio dopo aver raggiunto la propria fine. In alcune rappresentazioni il serpente è raffigurato mezzo bianco e mezzo nero, richiamando il simbolo dello Yin e Yang, che illustra la natura dualistica di tutte le cose e soprattutto che gli opposti non sono in conflitto tra loro.Il serpente è uno dei più vecchi e più diffusi simboli mitologici, essendo presente nella maggior parte delle culture con significati simili. Le caratteristiche del serpente che hanno stimolato nell'uomo la sua associazione a temi sovrannaturali sono numerose. Ad esempio il suo veleno è associato, come le piante e i funghi, al potere di guarire, avvelenare, o donare una coscienza espansa (addirittura l'elisir di lunga vita o di immortalità) Il suo cambiare pelle lo rende inoltre un simbolo di rinnovamento e rinascita che può portare all'immortalità.
Talvolta il serpente e il dente hanno funzione simbolica, poiché il veleno del serpente ha caratteristiche simili a quelle del fuoco lanciato da un drago. Ad esempio >Ladondell'antica Grecia e NíðhöggrNormanni sono a volte descritti come serpenti e a volte come dragoni. In Cina, il serpente >Indiano nāgaè spesso confuso con il dragone cinese. Il dio serpente Quetzalcoatldegli Aztechi Toltechiha anche ali da dragone, come il suo equivalente nella mitologia Maya("serpente piumato"). Figure serpentiformi sono presenti anche sulle antiche incisioni rupestri della Valcamonica.
Egitto - In Hieroglyphica di Orapollo nella traduzione in volgare di M. Pietro Vasolli da Fiuizano, riferendosi all'equivalente geroglifico egiziano si trova questa mirabile descrizione:
Quando vogliono scrivere il Mondo, pingono un Serpente che divora la sua coda, figurato di varie squame, per le quali figurano le Stelle del Mondo. Certamente questo animale è molto grave per la grandezza, si come la terra, è anchora sdruccioloso, perilche è simile all’acqua: e muta ogn’ anno insieme con la vecchiezza la pelle. Per la qual cosa il tempo faccendo ogn’ anno mutamento nel mondo, diviene giovane. Ma perché adopra il suo corpo per il cibo, questo significa tutte le cose, le quali per divina providenza son generate nel Mondo, dovere ritornare in quel medesimo.
Pare che il simbolo si ispiri alla forma della Via Lattea, dal momento che in alcuni antichi testi era considerata un enorme serpente di luce che risiedeva nel cielo e circondava tutta la Terra.
Esegesi ebraica - La Genesi narra che il serpente, fra tutti gli animali creati da Dio, era il più astuto, secondo l'esegesi ebraica in realtà il più malvagio. Quando Dio mise le creature nel Giardino dell'Eden, proibendo di mangiare il frutto della conoscenza del bene e del male, il serpente disse ad Eva di mangiarlo cosicché quest'ultima poi portò al peccato originale anche Adamo. Per questo, e per aver commesso maldicenza contro Dio, Egli maledisse il serpente e condannò lui e la sua discendenza a strisciare sul proprio ventre e mangiare polvere per tutta la vita: il Midrash Bereshit Rabbà spiega infatti che originariamente il serpente possedeva gambe e braccia sino a quando Dio lo punì privandolo di esse. Inoltre il serpente sarebbe stato da allora nemico degli uomini.
Nella cultura Maya - Quelle che possiamo definire come le divinità della religione maya, sono rappresentazioni plastiche stilizzatidi svariati animali ed elementi vegetali, talvolta combinati con forme umane. Gli dei per i maya erano capaci di manifestarsi, a seconda delle circostanze, sia attraverso fenomeni naturali e tramite animali, sia nei simulacrieretti dagli uomini che permettevano la materializzazione delle energie sacre durante i rituali, al fine di ricevere le offerte degli uomini. Li veneravano per ciò che essi rappresentavano e il loro significato glielo avevano dato loro stessi, per questo non potevano essere considerati semplici idoli. Erano entità imperfette che nascevano e morivano, quindi bisognose d'essere alimentate per sopravvivere. Per i maya non esistono esseri immutabili, di conseguenza gli dei erano costantemente soggetti a cambiamenti in una iconografia vastissima. Per distinguerli però vi sono elementi simbolicicostanti nel tempo.
Tra le divinità più rappresentate v'è il Dragoche simboleggia : il creatore del mondo, l'energia sacra suprema presente nell'intero cosmo. Sotto forma di serpente uccello(il 1° simboleggia la terra ed è un serpente a sonagli, il 2° è il quetzale simboleggia l'incarnazionedel cielo). Inoltre è in relazione con il sole, l'acqua, il sangue, e il mais; s'arricchisce con elementi del giaguaro, del caimanoe del cervoper dare vita al Drago Celeste. Diviene Drago bicefalo, serpente piumato e alato, serpente bicefalo, mascherone serpentiforme. Nel Postclassico Kukulcàn assunse il nome di Quetzalcoatle venne rappresentato come serpente piumato o con sembianze di uomo-uccello-serpente; o come un anziano dagli occhi serpentiformi, grandi, rotondi o quadrangolari, bocca con un solo dente, o con tratti femminili. Quest'ultimo è il dio D.
Il serpente in araldica. In araldica il "biscione" è stato il simbolo del Ducato di Milano, sia sotto gli Sforza, sia con i Visconti ed oggi è ancora riscontrabile in stemmi di alcuni comuni lombardi e non, legati storicamente alla signoria ambrosiana, come ad esempio Bellinzona, la capitale del Canton Ticino (Svizzera); in epoca contemporanea il "biscione" è divenuto anche il simbolo di alcune società milanesi (Inter, Alfa Romeo, Mediaset/Fininvest, ecc.).
Altre credenze popolari italiane legate al serpente. In alcune zone della Sicilia è diffusa la leggenda della Biddrina, un gigantesco serpente che vive nascosto presso le fonti e le paludi e riesce ad attirare i malcapitati che passino da quei luoghi incantandoli con lo sguardo.
L'invenzione di questa creatura rispondeva probabilmente all'esigenza di evitare che i bambini andassero a fare il bagno in questi laghetti paludosi col pericolo di annegarvi. La sua evocazione, infatti, è sempre stata lo spauracchio dei bimbi.