Le Linee di Nazca sono dei geoglifi visibili solamente dal cielo. In quale modo, e perchè gli abitanti di Nazca riuscirono circa 600 anni fa a tracciare queste linee? Era forse una sorta di pista d’atterraggio per “antichi frequentatori” del cielo?
Uno dei reperti più intriganti e misteriosi del nostro pianeta sono sicuramente le "Linee di Nazca" tracciate secondo l'archeologia tra il 300 a.C. e il 500 d.C., si trovano nel deserto di Nazca, nel Perù meridionale. Le Linee di Nazca si compongono di oltre 13.000 linee che vanno a formare oltre 800 figure di animali stilizzati (la balena, il pappagallo, la lucertola lunga più di 180 metri, il colibrì, il condor e l'enorme ragno lungo circa 45 metri). La loro scoperta risale al 1927 quando casualmente qualcuno sorvolò la zona con un aereo e vide per la prima volta queste raffigurazioni, questo perché , date le dimensioni dei disegni era impossibile capirne il significato senza osservarle dall'alto. Le linee sono tracciate rimuovendo le pietre contenenti ossidi di ferro dalla superficie del deserto, lasciando così un contrasto con il pietrisco sottostante, più chiaro. La pianura di Nazca è ventosa, ma le rocce della superficie assorbono abbastanza calore per far alzare l'aria proteggendo il suolo. Così i disegni giganti sono rimasti intatti per migliaia di anni.
Ciò nonostante, a causa delle caratteristiche del suolo è molto difficile poter datare con sicurezza il periodo in cui furono costruite, specialmente per la difficoltà di applicare il sistema di datazione con il Carbonio 14, che non ha dato risultati soddisfacenti. Gli scienziati si sono avvalsi di altri metodi, come il confronto tra le figure dei geoglifi e quelle trovate sul vasellame della civiltà Nazca. Nonostante le varie ipotesi che sono state fatte nel corso degli anni, ancora oggi non è chiara in assoluto la motivazione di tali linee. Alcuni studiosi hanno formulato delle ipotesi che esse avessero un significato astronomico: ciascuna figura "puntava" verso una costellazione del periodo. Un'altra ipotizza che chi disegnò tali figure lo avesse fatto in attesa del ritorno degli dei sulla Terra. Recentemente, ultimi studi condotti in Perù hanno portato gli scienziati a vedere una correlazione tra le linee e l'acqua, elemento abbastanza raro nel territorio.
Questa ipotesi, ha preso vigore grazie allo studio di un ricercatore indipendente americano David Johnson, che secondo i suoi studi i geroglifici formerebbero una enorme mappa delle risorse d'acqua sotterranea, questo perchè avrebbe trovato una stretta correlazione tra gli antichi acquedotti o altri elementi "d'acqua" e le principali figure del luogo – L'esperienza delle popolazioni preispaniche avrebbe portato a conoscere le vie d'acqua sotterranee che scendono dalle montagne circostanti. E' assai probabile - spiega Johnson - che le linee fossero una specie di linguaggio che serviva per comunicare dove fossero localizzati i pozzi e gli acquedotti". un trapezoide, ad esempio, significa che lì vicino esiste un pozzo. I cerchi magari segnalava la prossimità di fontanelle o sorgenti. E così facevano anche le grandi figure degli animali. Il colibrì, ad esempio, una delle immagini più belle tra le "linee", indicava con il suo becco dove si trovava un grande pozzo.
Nonostante queste ipotesi avvalorate da studi e da ispezioni sul posto, le Linee di Nazca rimangono sempre un mistero. Infatti figure come il ragno raffigurato, è un aracnide originario di zone quasi inaccessibili della foresta Amazzonica (1500km più a nord), è uno dei più rari al mondo e possiede un organo riproduttivo particolare che è visibile solo al microscopio. La domanda, e quindi il mistero che rimane dopo molte ricerche e studi è: Come facevano quindi a sapere come si riproduceva questo ragno senza le giuste tecnologie? Forse la loro civiltà era entrata in contatto con qualcuno che fosse molto più evoluto di loro? Forse con il tempo e con molte ricerche avremo quelle risposta ma per adesso le Linee di Nazca restano uno dei misteri più affascinanti dell’archeologia mondiale.