Oggi noi possiamo spiegare il sorgere della vita senza bisogno di ricorrere a Dio. Molti credenti adottano il tema della casualità per dimostrare che una Intelligenza Suprema (Dio) abbia creato la vita.
Oggi noi possiamo spiegare il sorgere della vita senza bisogno di ricorrere a Dio. Molti credenti adottano il tema della casualità (per intenderci: “come è potuto accadere che si siano verificate tutta una serie di coincidenze – la presenza dell’acqua sulla Terra, la giusta distanza dal sole e la giusta orbita intorno al sole, ecc… - proprio sullo stesso pianeta tali da permettere la vita?”) per dimostrare che una Intelligenza Suprema (Dio) abbia creato la vita.
Ebbene, in realtà questa coincidenza era ben probabile che si verificasse in almeno uno dei miliardi di miliardi di pianeti presenti nell’universo. Non è affatto qualcosa di così incredibile come vogliono credere i credenti, bensì è piuttosto normale che in uno dei miliardi di miliardi di pianeti si siano verificate tutte insieme le condizioni che rendono possibile il sorgere della vita biologica su un pianeta.
Un altro tema tanto caro ai credenti e quello della complessità nella natura: “come è possibile che la natura da sola abbia creato, per così dire casualmente, tante cose così incredibilmente complesse da sembrare essere state create da un Intelligenza Suprema?” Anche a questo enigma noi oggi possiamo rispondere senza bisogno di ricorrere a Dio.
Tutto in natura (anche i più complessi e articolati tra piante e organismi viventi senzienti) si è sviluppato per grado. Nel corso dei millenni le piante e gli organismi viventi più forti hanno potuto riprodursi e dunque trasmettere ai propri figli i propri geni. Lentamente gli organismi viventi semplici hanno trasmesso alla propria progenie sempre più caratteristiche nuove, trasformandosi man mano negli organismi complessi che noi oggi conosciamo.
Non c’è bisogno di nessuna Intelligenza Suprema, poiché questo processo si è manifestato autonomamente: lentamente, nel corso di milioni di anni, il brodo primordiale si è evoluto nella variegato e complesso insieme di tutti gli organismi viventi. L’evoluzione è potuta avvenire grazie alla riproduzione (e quindi trasmissione genetica delle proprie caratteristiche biologiche) degli organismi dotati delle caratteristiche genetiche migliori per la sopravvivenza e la riproduzione.
Tuttavia nell’antichità le popolazioni umane non conoscevano tutte queste informazioni sull’origine del mondo e della vita. Gli uomini antichi non ebbero migliore modo, per spiegarsi i fenomeni naturali e l’origine della vita e del mondo, che ipotizzare l’esistenza di un Supremo Creatore. È questa l’origine “culturale” dell’idea di Dio.
Naturalmente, se l’idea di Dio è sopravvissuta per tanti millenni, arrivando fino ad oggi ad essere più viva che mai nella mente di tanti uomini, ciò è dovuto a tante altre ragioni di natura diversa.
Una prima spiegazione è di natura psicologica: è chiaro che l’idea di Dio è uno strumento molto potente che aiuta l’uomo ad avere speranza. L’idea della vita dopo la morte aiuta l’uomo a sconfiggere la paura della morte. L’idea del potersi ricongiungere (in un futuro, dopo la morte) con i propri cari scomparsi, aiuta l’uomo a superare il dolore per la perdita della persone che gli sono care.
Tuttavia bisogna ricordare che il fatto che questi pensieri (sulla vita dopo la morte e la possibilità di ricongiungersi con i propri cari) siano pensieri “felici”, “belli”, “consolatori” non significa che essi siano veri.
Un uomo può desiderare con tutto il cuore un qualcosa, ciò non comporta necessariamente che quel qualcosa debba esistere.
Un’altra spiegazione è di natura sociale: è chiaro che i culti nati nell’antichità (e anche quelli nati successivamente, ma tuttavia sempre vecchi di millenni: mi riferisco alle grandi religioni monoteistiche, quella ebraica, quella cristiana, quella musulmana, ecc…) hanno messo radici molto profonde nelle società in cui sono nati: tempi per il culto, riti religiosi, caste di sacerdoti addetti alla funzione di intermediari tra Dio e gli uomini, ecc…
Tali radici profondamente interrate nelle società umane hanno fatto sì che l’idea di Dio sopravvivesse nel corso dei millenni.
Un'altra spiegazione è relativa al condizionamento mentale: è innegabile che una grandissima percentuale (non tutti ovviamente, ma pur sempre una grandissima percentuale) di credenti di una religione sono tali perché così sono stati educati dai genitori.
Non può essere certo un caso che in un Paese la cui maggioranza delle famiglie siano cristiani generino figli che siano in grande maggioranza cristiani, mentre in un Paese la cui maggioranza delle famiglie siano musulmane generino figli che siano in grande maggioranza musulmani.
È chiaro che tutti i bambini del mondo subiscono, nei primi anni di vita, un vero e proprio condizionamento mentale. Alcuni riescono a non farsi condizionare (alcuni addirittura hanno un atteggiamento di rifiuto)… moltissimi finiscono vittima dei condizionamenti.
Immaginate cosa accadrebbe se in tutto il mondo i bambini non venissero educati a nessuna religione. Cosa accadrebbe se, solo una volta raggiunta l’età adulta, gli uomini venissero imparzialmente messi a conoscenza di tutte le religioni del mondo affinché possano scegliere autonomamente se volerne adottare una e quale adottare?
Per concludere vorrei elencare due argomentazioni che i credenti amano spesso portare avanti. La prima argomentazione è: “non è possibile dimostrare che Dio non esiste”. Certamente è vero. Tuttavia questo non vuole che le probabilità che Dio esista oppure non esista si equivalgono.
Io posso dire che nello spazio c’è un vaso di porcellana che orbita intorno alla Terra. Nessuno può dimostrare che questa mia affermazione sia sbagliata oppure giusta. Tuttavia è estremamente improbabile che questo vaso di porcellana orbitante intorno alla Terra esista veramente.
Lo stesso discorso vale per Dio. Non possiamo dimostrare che esso esista oppure non esista. Tuttavia la sua esistenza è estremamente improbabile poiché si basa unicamente su una credenza.
La seconda argomentazione: “La scienza non può spiegare come è nata la materia… Deve essere stato per forza Dio!” Noi sappiamo che l’universo si è generato a partire da un “atomo compresso” (che conteneva in se stesso tutta la materia) che è esploso (l’esplosione a cui la scienza ha dato il nome di Big Beng) “spargendo” nello spazio la materia (che è attualmente in espansione).
Cosa c’era prima dell’atomo complesso? Come si è generato l’atomo complesso stesso?
La scienza ha sviluppato molte ipotesi e teorie di grande interesse ma non è ancora riuscita a dare una risposta certa a queste domande.
Il credente approfitta di queste lacune nella scienza per dire: “deve essere stato Dio!”
È probabile che in un futuro verrà scoperta la spiegazione scientifica per l’origine prima della materia. Ma se anche tale spiegazione scientifica non venisse mai scoperta, ciò non vorrebbe dire che essa non esiste bensì che la mente umana non è riuscita a comprenderla.
D'altronde l’Uomo non è Dio…