Phoenix 13 marzo del 1997 - Molto probabilmente si tratta dell'avvistamento Ufo più incredibile della storia. Perchè a testimoniarlo furono circa 10 mila persone, residenti nel Nevada e nell'Arizona, ma soprattutto a Phoenix.
Quella sera migliaia di persone attendono di cogliere il passaggio della cometa Hale-Bopp, quando d'improvviso un "enorme, gigantesco oggetto triangolarie con molte luci sul bordo" resta sospeso sui cieli del Nevada e dell'Arizona. Un caso che coinvolse anche lo stato del New Mexico, ma che la stampa ignorò, quasi sprovvista dei regolari criteri selettivi di una notizia. Insomma, arrivano gli alieni, qualche quotidiano dovrà pur raccontarlo. E invece no: cala il silenzio. Si sveglia solo dopo tre mesi Usa Today, che in prima pagina ci schiaffa un bel pezzo sul fatto, quasi scaduto ormai, ma che riesce comunque a sollevare domande, interrogativi.
"Sembrava capace di volare molto velocemente, persino a velocità supersonica e supera i 1.500 metri di lunghezza, con cinque luci disposte a 'V'”. Tra le 20:15 e le 20:45 abbiamo registrato la presenza di una gigantesca astronave che ha attraversato il centro della valle di Phoenix ad altitudine variabile, preceduta da una formazione di globi di luce visibile da quasi tutta l’Arizona". E' Michael Tanner, membro di un team di inquirenti che seguirono l'evento, il quale ricevette "circa 800 rapporti da testimoni oculari del caso Phoenix".
Una famiglia testimoniò che l'Ufo era "talmente largo" che i due figli "seduti sul sedile posteriore potevano vedere simultaneamente le due ali da entrambi i finestrini". Ma tra gli osservatori c'è pure il National UFO Reporting Center, che a sette ore dall'accaduto riceve una telefonata da un aviere di stanza alla base aerea di Luke, situata a 32 km a ovest di Phoenix. Il pilota è schietto: "Abbiamo lanciato due caccia F-15c e uno di essi è stato intercettato da un gigantesco oggetto in corrispondenza dell’incrocio tra Indian School Road e la 7th Avenue, subendo un’interruzione delle comunicazioni". E anche se l'indomani i responsabili della base aerea di Luke smentiranno l’accaduto, i tabulati telefonici delle chiamate a lunga distanza, che indicano chiamate effettuate alla base, contraddiranno le dichiarazioni degli ufficiali.
"Ho parcheggiato vicino ai silos del perimetro occidentale, di fronte all’ingresso della Base Aerea di Luke - racconta invece Bill Greiner, autotrasportatore che quel giorno percorreva l’Interstatale 17 - Mentre scaricavo la merce, improvvisamente tutto divenne assolutamente tranquillo. Un silenzio inquietante. Ne apparve uno proprio sopra la base, un altro che si dirigeva verso Wickenberg e se ne stavano lì, sospesi in aria, enormi globi silenziosi. Da Luke si alzarono due caccia, mi superarono in un attimo e si lanciarono all’inseguimento. Ma gli oggetti si sganciarono in un baleno!".
Un allarme dunque, perchè per la prima volta gli extraterrestri sembravano dietro l'angolo, che ci fissavano, quasi sfottendoci se vogliamo, con quel pizzico d'ironia di chi sa ma ti lascia nel dubbio. Quel dubbio che sulla Terra diventa però spesso l'alibi impeccabile dei governatori, che in quelle ore, specialmente, cominciano ad innalzarsi cattedra morale. Ignorano, si chiudono gli occhi, e ci ridono su.
Ad inscenare la farsa più grande è lo stesso governatore dell'Arizona, Fyfe Symington, che trascorsa una settimana dall'avvistamento indice una conferenza stampa, promettendo indagini complete. "Ora chiederò all’Agente Stein ed ai suoi colleghi di scortare qui l’indiziato, così tutti potranno vedere il colpevole". Symington apre così la sua performance, dando il via libera in sala stampa ad un tizio con in testa un’enorme maschera da alieno grigio, in tuta di alluminio.
Una grande risata in faccia ai testimoni, bollati come matti da legare. Da quel giorno sul mistero delle 'Luci di Phoenix' sono state avanzate disparate ma inconsistenti teorie: dai razzi agli aeroplani in formazione. Mentre dall’Amministrazione Aeronautica Federale, da Sky Harbor e dalla Base Aerea di Luke non è mai arrivata una spiegazione ufficiale per ciò che quella notte illuminò il cielo dell’Arizona.