Il 7 Marzo del 2009 la NASA ha lanciato la sonda Kepler proprio nell'intento di scoprire pianeti simili alla terra al di fuori dell'orbita del Sole. L'obbiettivo era quello di analizzare almeno 100.000 stelle e la durata della missione era prevista in tre anni e mezzo. I risultati hanno gia del clamoroso
Secondo le ultime scoperte della missione Kepler della NASA, di pianeti simili al nostro nella Via Lattea ce ne sono più di quanti se ne aspettassero. 140 ne sono stati scoperti in sole sei settimane di osservazione nello spazio profondo per mezzo del piccolo ma potente satellite, tutti delle dimensioni e caratteristiche simili a quelle della nostra Terra. In passato si credeva che i pianeti al di fuori del Sistema Solare consistessero per lo più di grossi ammassi gassosi, mentre invece la scoperta di 140 pianeti rocciosi su oltre 700 'possibili' nuovi pianeti osservati alza di molto le probabilità di trovare mondi simili al nostro, le cui condizioni fisiche e atmosferiche possano sostenere la presenza di vita. Queste conclusioni sono state accolte con entusiasmo dagli astronomi dell'Agenzia Spaziale Americana: "Le statistiche suggeriscono che la nostra galassia contiene 100 milioni di pianeti abitabili e che presto saremo in grando di identificarne alcuni".
Cosa significa per noi questa scoperta? A parte la sensazione che un rapimento da parte degli extraterrestri diventi ora molto più verosimile per tutti, potrebbe anche voler dire che dovremo smetterla di comportarci come se non ci fossimo che noi nell'Universo e cominciare a immedesimarci sul serio coi personaggi della serie Star Trek, pronti a confrontarci con forme di vita così simili alla nostra da poter instaurare un dialogo ma talmente diverse da costringerci ogni volta a mettere in discussione noi stessi e le nostre convinzioni. E chissà, pensa già qualcuno, forse a trasferire tutta la nostra immondizia su un nuovo pianeta Discarica.
Probabili ET? – Il potente telescopio USA ha trovato più di 706 potenziali nuovi pianeti e, in almeno 5 delle 150.000 e più stelle che ha analizzato, potrebbero esserci due o più pianeti orbitanti. In pratica si tratta di sistema simile al nostro, per cui grazie al sole si è sviluppata la vita sulla Terra. Secondo le dichiarazioni degli scienziati almeno 140 dei nuovi pianeti individuati sono rocciosi e hanno una conformazione simile al nostro mondo: contengono sia terre emerse che acqua, ovvero le condizioni ambientali essenziali per la nascita di forme di vita. Esiste una branca della Cosmologia che studia proprio queste ipotesi, mi risulta che siano anche stati istituiti anche in Italia i primi corsi universitari relativi a questa disciplina che si chiama Astrobiologia. Intorno ad ogni stella è presente quella che viene chiamata Cintura Verde o Zona Abitabile o Goldilocks. Si tratta cioè di zone dello spazio in cui è possibile che attecchisca la vita. In genere si tratta di pianeti che devono trovarsi a una certa distanza da una stella per avere il beneficio dell'energia irradiata senza che questa sia troppa e impedisca la presenza dell'acqua allo stato liquido. L'acqua liquida è fondamentale in moltissime reazioni chimiche che sono alla base della biologia.
Felicità alla NASA - Gli astronomi sono entusiasti della scoperta che sistemi multi planetari simili al nostro siano così comuni là fuori. Il perché è evidente: in tali sistemi si possono creare delle condizioni stabili per cui la vita, almeno come la conosciamo sul pianeta Terra, può avere una nuova chance di nascita ed evoluzione. I risultati di Kepler arrivano dopo le prime sei settimane di missione, che proseguirà per i prossimi 4 anni: lo scopo principale della sonda è cercare pianeti simili al nostro, in una determinata area dello spazio, compresa tra le costellazioni del Cigno e della Lira.
Hanno una conformazione simile a quella della Terra e contengono acqua e terre emerse Su un totale di 706 pianeti individuati, 140 sono potenzialmente abitabili. La scoperta è stata realizzata dalla Nasa grazie alla sonda Keplero, lanciata in orbita il 7 marzo 2009 con l’obiettivo di analizzare circa 100 mila stelle e i relativi pianeti che orbitano attorno ad esse. La scoperta è stata presentata in occasione della conferenza TedGlobal a Oxford la scorsa settimana ed è stata definita dagli astronomi “la svolta che soddisfa i sogni di Copernico”. Le stelle analizzate sono state più di 150 mila e i 140 pianeti sono stati etichettati “come la Terra”, data la loro conformazione rocciosa simile al nostro pianeta e contengono, inoltre, acqua e terre emerse, le condizioni essenziali per la nascita di forme di vita. “La vita – ha commentato Dimitar Sasselov, docente all’Università di Harvard – è un sistema chimico che ha bisogno di pianeti più piccoli, l’acqua e le rocce e un sacco di chimica complessa da origine e sopravvivenza”. Negli ultimi 15 anni, sono stati scoperti circa 500 pianeti, ma nessuno di essi è stato considerato simile alla Terra: fino ad ora sono sempre stati paragonati a Giove. Stando ai dati di Dimitar Sasselov, nell’universo ci potrebbero essere 100 milioni di pianeti abitabili. I pianeti sono stati individuati soprattutto in un settore della Via Lattea tra le costellazioni settentrionali della Lira e del Cigno, entrambe facenti parte delle 88 costellazioni moderne e delle 48 elencate da Tolomeo. Il satellite Keplero ha analizzato il passaggio dei pianeti intorno alle varie stelle e ha misurato i cambiamenti delle radiazioni luminose. La luce è stata raccolta dalla sonda grazie ad un particolare telescopio dotato di uno specchio del diametro di 140 centimetri e letta da un fotometro. Il metodo utilizzato prende il nome di “metodo dei transiti” tramite il rilevamento diretto: misurare il calo di luminosità di una stella in conseguenza del passaggio sul suo disco di uno dei suoi pianeti. E’ possibile calcolare la temperatura della superficie dei pianeti in grado di determinare se essi sono abitabili oppure no. “Dalle dimensioni dell’orbita e dalla temperatura della stella si può calcolare la temperatura caratteristica di un pianeta”. Gli scienziati dovrebbero riuscire a studiare circa 60 di questi pianeti entro i prossimi due anni. La sonda Keplero rimarrà in orbita per altri 4 anni con lo scopo di studiare nel dettaglio l’atmosfera e la conformazione di questi pianeti e le possibili forme di vita.
Per concludere ricordo che è ancora fonte di discussione un tema che potremo assimilare a quello classico "E nato prima l'uovo o la gallina?". In Astrobiologia non è ancora chiaro se "I pianeti in cui è presente la vita come la Terra devono avere la nostra atmosfera o, all'opposto, hanno questa atmosfera proprio perché c'è la vita". Cinque miliardi di anni fa l'atmosfera della Terra era molto diversa dall'attuale e la vita è iniziata negli abissi marini. La nascita dell'atmosfera è stata un mero processo geologico o la presenza della vita ha influito sulla sua composizione chimica?
Si tratta della cosiddetta Ipotesi Gaia in cui si teorizza che gli oceani, i mari, l'atmosfera, la crosta terrestre e tutte le altre componenti geofisiche del pianeta terra si mantengano in condizioni idonee alla presenza della vita proprio grazie al comportamento e all'azione degli organismi viventi, vegetali e animali. Tale teoria fu presentata da James Lovelock nel 1979.