E' possibile parlare di connessione tra la recente eruzione solare e il terremoto che ha devastato il Giappone? Era un disastro prevedibile?
11 marzo 2011, nord-est del Giappone: due violente scosse, la più potente alle 6:46 ora italiana di 8.8 Richter, preceduta da un'altra di 7.9, hanno investito il Paese e in particolare la capitale Tokyo. Si attestano oltre 10 mila morti e un numero di feriti ancora imprecisato ma comunque elevatissimo, bilancio che è destinato a salire nei prossimi giorni. La catena di episodi, in effetti, potrebbe trovare un legame con la violenta espulsione di massa coronale solare che ha colpito il campo magnetico della Terra alle ore 6:30 del 10 marzo. Una potente eruzione solare, con esplosione di macchie, aveva avuto luogo solo il 9 marzo alle ore 23:23. Un video della NASA Solar Dynamics Observatory mostra un lampo di raggi UV più alcuni materiali scagliati lontano dal luogo dell'esplosione.
Dopo quattro anni senza X-flare, il sole avrebbe prodotto due delle sue più potenti esplosioni in meno di un mese: 14 febbraio e 9 marzo. Questo indica il trend recente della crescente attività solare, e dimostra che ciclo solare si sta scaldando.
Circa la prima esplosione del 14 febbraio, dal sito Nasa si apprende che le eruzioni hanno viaggiato ad una velocità di 900 km/secondo e che hanno raggiunto l’orbita terrestre, sopra la Cina, il 16 febbraio. Nel caso della seconda, assistiamo ad una curiosa coincidenza: il terremoto giapponese ha avuto luogo anche qui due giorni dopo l'inizio dell'esplosione.
Secondo la "teoria sismogenica" di Raffaele Bendandi (Faenza, 1893-1979), ricercatore emiliano autodidatta ribattezzato come "colui che prevedeva i terremoti", così come l'attrazione lunare sarebbe in grado di causare spostamenti e maree sulla Terra, anche l'attrazione esercitata dal sole, congiunta peraltro alla posizione particolare di alcuni pianeti, stimolerebbe l'attività tellurica del nostro pianeta, spostando masse semiliquide ubicate nelle profondità terrestri.
Gli studi di Bendandi non furono mai accettati dalla scienza ufficiale, ma le sue predizioni fino ad ora si sarebbero tutte verificate, promuovendo la sua fama a livello internazionale. Siamo di fronte ad un nuovo caso "Galilei"? D'obbligo, in ogni caso, riflettere e non sottovalutare nulla.
Il video qui di seguito mostra uno studio a dati incrociati che confermerebbe il legame tra l'esplosione solare ed il terremoto giapponese.
Un video della NASA Solar Dynamics Observatory mostra un lampo di raggi UV più alcuni materiali scagliati lontano dal luogo dell'esplosione.
Dopo quattro anni senza X-flare, il sole avrebbe prodotto due delle sue più potenti esplosioni in meno di un mese: 14 febbraio e 9 marzo. Questo indica il trend recente della crescente attività solare, e dimostra che ciclo solare si sta scaldando.
Circa la prima esplosione del 14 febbraio, dal sito Nasa si apprende che le eruzioni hanno viaggiato ad una velocità di 900 km/secondo e che hanno raggiunto l’orbita terrestre, sopra la Cina, il 16 febbraio. Nel caso della seconda, assistiamo ad una curiosa coincidenza: il terremoto giapponese ha avuto luogo anche qui due giorni dopo l'inizio dell'esplosione.
Secondo la "teoria sismogenica" di Raffaele Bendandi (Faenza, 1893-1979), ricercatore emiliano autodidatta ribattezzato come "colui che prevedeva i terremoti", così come l'attrazione lunare sarebbe in grado di causare spostamenti e maree sulla Terra, anche l'attrazione esercitata dal sole, congiunta peraltro alla posizione particolare di alcuni pianeti, stimolerebbe l'attività tellurica del nostro pianeta, spostando masse semiliquide ubicate nelle profondità terrestri.
Gli studi di Bendandi non furono mai accettati dalla scienza ufficiale, ma le sue predizioni fino ad ora si sarebbero tutte verificate, promuovendo la sua fama a livello internazionale.
Siamo di fronte ad un nuovo caso "Galilei"? D'obbligo, in ogni caso, riflettere e non sottovalutare nulla.
Il video qui di seguito mostra uno studio a dati incrociati che confermerebbe il legame tra l'esplosione solare ed il terremoto giapponese.