Secondo alcuni files top secret i nazisti svilupparono dei velivoli ad alta tecnologia o navi spaziali durante la seconda guerra mondiale e che scienziati nazisti avrebbero continuato questo lavoro nel dopoguerra.
La leggenda degli UFO nazisti torna alla ribalta ormai ciclicamente. Per chi non lo sapesse, si tratta di quella teoria secondo cui la Germania nazista stava sviluppando, o addirittura aveva già sviluppato, nel corso della Seconda Guerra Mondiale velivoli ad alta tecnologia da usare come arma supersegreta, grazie ai presunti contatti con entità extraterrestri. La cui tecnologia in seguito avrebbe fornito la base per i primi programmi missilistici e spaziali sia dell'Unione Sovietica che degli Stati Uniti.
In particolare si riteneva che quelli che in seguito furono chiamati foo fighter fossero aerei nemici L'ingegnere aeronautico Roy Fedden notò come i soli velivoli che potessero avvicinarsi alle capacità attribuite ai dischi volanti erano quelli progettati dai tedeschi sul finire della guerra. Fedden aggiunse inoltre che i tedeschi stavano lavorando a svariati progetti aeronautici piuttosto inusuali: « Ho visto abbastanza dei loro progetti e piani di produzione da comprendere che se (i tedeschi) fossero riusciti a prolungare la guerra solo per alcuni mesi, avremmo dovuto reggere il confronto con una serie di sviluppi nel combattimento aereo del tutto nuovi e mortali»
Il capitano Edward J. Ruppelt, a capo del Progetto Blue Book dell'aeronautica statunitense, rese nel 1956 la seguente dichiarazione:« Alla fine della seconda guerra mondiale, i tedeschi stavano sviluppando molti tipi innovativi di aerei e missili balistici. La maggior parte dei progetti si trovavano per lo più allo stadio preliminare, ma si trattava degli unici velivoli conosciuti che avrebbero potuto anche solo avvicinarsi alle prestazioni degli oggetti di cui riferiscono gli osservatori degli UFO. »
Cosa c'è di nuovo allora? C'è che l'edizione online del quotidiano inglese The Telegraph ha rispolverato l'argomento dando risalto a un'inchiesta pubblicata sul magazine tedesco PM, un mensile di divulgazione per il grande pubblico, il quale sostiene di avere invece le prove "evidenti" del fatto che il programma di costruzione di velivoli a forma di disco volante era in stato molto avanzato. Nell'inchiesta viene ripercorsa la storia dei cosiddetti UFO nazisti: voluti fortemente da Adolf Hitler in persona, che incaricò il comandante della Lutwaffe Hermann Goering della realizzazione, il progetto passò successivamente nelle mani del ministro della produzione bellica Albert Speer, per poi passare nel 1944 sotto la supervisione di Hans Kammler, ingegnere e alto ufficiale delle SS nonché responsabile del progetto dei famigerati razzi V2.
Dopodiché l'inchiesta di PM cita non precisati testimoni oculari che affermano di aver osservato, già nel 1944, velivoli a forma di disco volante sorvolare a bassa quota le acque del fiume inglese Tamigi. Mentre altri testimoni, catturati dagli alleati a guerra terminata, affermano di aver osservato "piatti volanti" sopra il cielo di Praga ancora all'inizio del 1945.
Ben nota è anche la vicenda degli UFO caduti sul territorio italiano, a cui lo stesso Mussolini credeva e che pensava essere un'arma segreta tedesca, tanto da incaricare l'ingegner Giuseppe Belluzzi (sempre stando alle dichiarazioni), di un progetto congiunto da sviluppare con l'areonautica tedesca; in sostanza di spiare i tedeschi. A guerra finita le dichiarazioni su progetti più o meno segreti di UFO nazisti si sprecarono. Tra le più note quella di Rudolph Schriever, scienziato tedesco che insieme a Otto Habermohl sostenne negli anni cinquanta di aver realizzato un progetto completo di velivolo denominato "Schema Schriever-Habermohl".
Lo schema, poi descritto dall'ingegner Joseph Andreas Epp che partecipò al progetto, descriveva una cabina di guida centrale circondata da un gruppo di alette regolabili che formavano un cerchio. Il principio di funzionamento era piuttosto simile a quello dei moderni elicotteri, con la funzione di salita verticale assicurata da minuscoli razzi e dotati di armi a impulso elettromagnetico. Secondo Epp ben quindici prototipi sarebbero stati costruiti secondo lo schema, tutti regolarmente funzionanti.
Tra le altre asserzioni, notevole è quella che sostiene che la società del Vril avrebbe preso contatto con una razza aliena, dedicandosi alla costruzione di navi spaziali per raggiungerla. In tal modo, la società Vril avrebbe formato un consorzio con la società Thule ed il Partito nazista per sviluppare una serie di prototipi di dischi volanti. Dopo la sconfitta nazista, la società del Vril si sarebbe rifugiata in una base nell'Antartico, sparendo successivamente.
Terziski, un ingegnere bulgaro autoproclamatosi presidente dell'Accademia Americana delle Scienze Dissidenti, sostiene che i tedeschi collaborarono con le potenze dell'Asse, il Giappone e l'Italia, nelle loro ricerche aeronautiche, e che avrebbero dato seguito alle ricerche anche dopo la guerra, dalla Nuova Svevia. Terzinski scrive che già nel 1942 i tedeschi sarebbero atterrati sulla Luna, fondandovi una base sotterranea.
Quando i russi e gli americani atterrarono segretamente sulla Luna negli anni cinquanta, secondo Terziski, si fermarono in questa base, ancora operativa. Secondo Terzinski "sulla Luna vi è un'atmosfera, vi sono acqua e vegetazione". Questi fatti sarebbero stati nascosti dalla NASA per escludere i paesi del Terzo Mondo dall'esplorazione della Luna. Insomma, la storia è sicuramente affascinante, e buona per raccontare una bella ucronia. Ma per ora è solo una storia. Almeno finché non ci capiterà di svegliarci una mattina e scoprire in cielo un sacco di dischi volanti con la svastica incisa su un lato.