Altro che il 21 dicembre 2012 dei Maya. Dal punto di vista della scienza, mancano solo cinque minuti all’Apocalisse. Possiamo ancora salvarci?

Doomsday-clock

Qualche giorno fa il Bullettin of Atomic Scientists (un gruppo di studiosi che fa capo all’Università di Chicago) ha spostato in avanti di un minuto le lancette del Doomsday Clock, l’orologio che misura la distanza fra il genere umano e il disastro nucleare ed ecologico, simboleggiato dalla mezzanotte. Adesso, appunto, l’orologio segna mezzanotte meno cinque. Il Doomsday Clock esiste dal 1947, e in tutto questo tempo le lancette sono state spostate solo 20 volte. Fino all’altro ieri segnava sei minuti a mezzanotte.

Ora il Bullettin of Atomic Scientists ha azzerato l’ottimismo con in quale, nel 2010, aveva fatto indietreggiare di un minuto le lancette, nella convinzione – allora – che i leader del mondo fossero davvero intenzionati a lottare contro le minacce che incombono sul destino dell’umanità. Ci eravamo sbagliati, ha detto in sostanza il gruppo.

Motivi dello spostamento in avanti delle lancette: i grandi del mondo non sono riusciti a sbarazzarsi delle armi nucleari (ce ne sono in circolazione 20.000, salute!); Fukushima ha mostrato una volta di più i pericoli dell’energia nucleare; nulla di fatto nella lotta ai cambiamenti climatici: il punto di non ritorno può essere vicino.

Il quotidiano britannico Guardian, poi, mette in evidenza il sotterraneo disappunto del gruppo riunito nel Bullettin of Atomic Scientists a proposito del disprezzo mostrato dai politici nei confronti dei fatti accertati dalla scienza.

In effetti a proposito dei cambiamenti climatici (e non solo) esiste un abisso incolmabile fra politica e scienza. I dati scientifici mostrano che stiamo andando a passo di carica verso la catastrofe: bisogna trovare energie pulite e smettere di usare combustibili fossili, responsabili dell’effetto serra.

I politici non se ne curano. Screditano la scienza (è lo sport preferito dei candidati repubblicani alle elezioni presidenziali americane, nota il Guardian) o, nella migliore delle ipotesi, non le prestano attenzione.

Il Doomsday Clock fu allestito da un collegio di scienziati atomici nel 1947, due anni dopo Hiroshima e Nagasaki. Segnava allora sette minuti alla mezzanotte.

La massima distanza dalla mezzanotte – 17 minuti – fu nel 1991, in occasione della firma di un trattato per il disarmo fra Usa e Urss. Quella minima nel 1953, in piena guerra fredda: due minuti appena alla mezzanotte.

Il comunicato stampa del Bullettin of Atomic Scientists il Doomsday Clock segna mezzanotte meno cinque

Sul Guardian le lancette del Doomsday Clock si avvicinano di un minuto alla mezzanotte

Crediti articolo su blogeko.iljournal


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