Tutti abbiamo potuto notare almeno una volta che quanto più proviamo a ingrandire un’immagine tanto questa sarà “pixelata”. In computer grafica, con il termine pixel (contrazione della locuzione inglese picture element) si indica ciascuno degli elementi puntiformi che compongono la rappresentazione di una immagine raster nella memoria di un computer. [cit. Wiki.it]

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Realtà o universo virtuale?

Come Einstein (“la realtà è un’illusione molto persistente”), molti altri nella storia si posero il dubbio che la realtà in cui viviamo non sia altro che un’illusione. Nel 2003 Il filosofo transumanista Nick Bostrom teorizzò che il nostro universo, il nostro mondo, la nostra singola esistenza non è altro che il frutto di un’elaborata simulazione programmata al computer. Questo potrebbe essere il motivo per cui tutto ciò che ci circonda è regolato da leggi scientifiche, matematiche, morali. L’udito, il tatto, la vista sono solo impulsi elettrici che il nostro cervello decodifica in rumori, consistenza, immagini. Provando ad osservare la più piccola particella di un atomo con il microscopio più potente al mondo non otterremo un’immagine nitida e chiara, come se questa particella fosse composta da pixel. Questa potrebbe essere considerata una prova a favore della teoria di Bostrom, e farebbe pensare a una realtà simile a quella del film “Matrix”, dove le persone non sono altro che programmi che svolgono il loro compito per supportare l’esistenza di una forma di vita artificiale.

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A supporto di tale teoria alcuni scienziati e ricercatori dell’università di Bonn, sotto le direttive del fisico Silas Beane, stanno tentando di ricostruire un “universo virtuale” simile al nostro cercando di creare modelli accurati di processi cosmologici, oltre che per studiarne gli effetti e capire come potrebbe funzionare la nostra realtà. Secondo Beane, per quanto realistica e potente sia, una simulazione del cosmo deve essere comunque subordinata ad alcuni precisi vincoli strutturali; una volta trovati tali vincoli il gioco è fatto.

Diversi anni fa è stato creato “The Sims”, il primo videogioco che ricreava una simulazione della vita reale. Sebbene in forma grezza ed elementare, il personaggio del videogame assumeva una parvenza di coscienza di se e della realtà che lo circondava: elementi apparentemente esterni alla realtà virtuale ma in realtà molto poco distinti l’uno dall’altro, poiché non si tratta che di righe di programmazione e impulsi elettrici.

Pensando ad un futuro non troppo lontano, nel quale si raggiungerà un livello tecnologico elevatissimo, questi elementi possono indurci a pensare che si potrà creare forme di vita virtuali pienamente coscienti di se stesse? 

 

Autore dell'articolo:The truth is out there


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