Dopo 30 anni e 135 missioni, la Nasa sta smantellando l’ultima delle sue navicelle Shuttle. Ma resta in sospeso una domanda: di quanti astronauti ci sarà bisogno, ora che il programma è finito? Quanti verranno mandati a casa?


I piani di Obama e i recenti flop russi e della compagnia privata Blue Origin (del fondatore di Amazon) non farebbero presagire nulla di buono: a indossare le tute spaziali potrebbero restare davvero in pochi. In realtà, invece, la risposta del National Research Council (NRC) - che arriva con un rapporto redatto da un gruppo di esperti guidato da Frederick Gregory, ex comandate Shuttle ed ex deputy administrator dell’agenzia spaziale fino al 2005 – è ottimista. Il numero record di astronauti, 150, la Nasa lo ha toccato nel 2000, durante la costruzione della Stazione Spaziale Internazionale (Iss); il corpo è poi lentamente tornato a comprendere 60 ufficiali a distanza di dieci anni. Questo numero sarebbe dovuto rimanere per lo più invariato. Infatti si era stimato che, per mantenere la Iss in esecuzione fino almeno al 2020, sarebbero bastati 55-60 astronauti.


Un numero che però al National Research Council sembra troppo ridotto, anche nel momento di incertezza che il programma spaziale americano sta vivendo. Una delle ragioni è di carattere medico: la permanenza sulla Iss deve essere di breve durata, per via dei danni – a volte irreversibili – che l’assenza di gravità può causare alle ossa e alla vista. Come riporta il News Scientist, uno studio pubblicato ad agosto su Ophthalmology ha descritto i problemi agli occhi di sette astronauti che sono rimasti nella stazione per sei mesi, il normale periodo di permanenza.


In condizioni di microgravità, infatti, i liquidi corporei si muovono in maniera non ordinaria, e questo, a livello oculare, può causare il rigonfiamento del disco ottico, che comporta difficoltà nel mettere a fuoco oggetti molto lontani o molto vicini. Un numero più elevato di astronauti consentirebbe periodi di permanenza minori e dunque minori rischi per la salute. Un’altra motivazione è di ordine logico-commerciale.


Nel rapporto del Nrc si auspica che gli astronauti condividano le loro conoscenze e competenze con i funzionari della Federal Aviation Administration, per regolare il commercio delle future navette-taxi. “È una questione che va oltre il numero necessario di astronauti - ha dichiarato Gregory al News Scientist - si tratta del desiderio di un paese di continuare ad essere un leader e non un semplice osservatore”.


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