Inizia il lavoro di Nustar, il telescopio spaziale che cercherà di svelare i misteri dei buchi neri.

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Lo scorso 13 giugno è stata lanciata la sonda NuStar (Nuclear Spectroscopic Telescope Array), il nuovo telescopio spaziale della Nasa progettato per andare a caccia di buchi neri. Il telescopio e’ stato messo in orbita dal razzo Pegasus XL, rilasciato in quota da Stargazer, l’aereo decollato dalla base del Reagan Test Site, nell’atollo di Kwajalein, nelle Isole Marshall.

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NuStar puntera’ verso stelle collassate e buchi neri, analizzera’ le regioni profonde dell’universo e quelle che circondano il centro della nostra galassia. A seguirne le operazione e’ il centro di controllo che si trova presso l’Universita’ di Berkley, mentre la missione e’ condotta dal California Istitute of Tecnology (CalTech) e gestita dal Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa. L’Italia contribuisce alla missione con l’Agenzia spaziale italiana (Asi) e l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). Partner della Nasa assieme alla Danish technical university, l’Asi mette a disposizione la propria stazione di terra di Malindi in Kenya, il software di riduzione dei dati scientifici sviluppato presso l’Asdc (ASI Science Data Center) e il supporto tecnico scientifico di un gruppo di ricerca. Avra’ inoltre accesso ai dati scientifici e li mettera’ a disposizione della comunita’ astronomica italiana ed internazionale.

Per la responsabile dell’Unita’ di esplorazione ed osservazione dell’Universo dell’Asi, Barbara Negri, tutto questo dimostra come ”la base di Malindi e il centro Asdc, permettano all’Italia di contribuire a importanti missioni internazionali con collaborazioni di prestigio a costi molto contenuti e con ritorni scientifici di altissimo profilo per la nostra comunita’ scientifica”. Per Fabrizio Fiore, direttore dell’osservatorio di Roma dell’Inaf e membro del gruppo di lavoro scientifico della missione NuStar le attese sono grandissime: si attendono immagini dettagliate del cielo ”con una profondita’ circa cento volte migliore di quella ottenuta fin ora”. Un passo in avanti che rendera’ possibile ”il primo censimento completo dei buchi neri in accrescimento nell’Universo, includendo anche quelli in cui la radiazione emessa vicino all’oggetto compatto e talmente assorbita da risultare invisibile addirittura nei raggi X”.

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Prime osservazioni

L’osservatorio spaziale Array Nuclear Spectroscopic Telescope (Nustar) della NASA, lanciato lo scorso 13 Giugno, ha iniziato il suo lavoro di riprese, iniziando dal noto buco nero che sta inghiottendo una vicina stella gigante. Denominata Cygnus X-1, la sorgente a raggi X posta nella costellazione del Cigno è stata la prima area dell’universo scandagliata con il telescopio. Le prime immagini si sono già rivelate ben più nitide rispetto alle precedenti, suggerendo che lo strumento riuscirà in futuro a rivelare parti misteriose del cosmo in una luce completamente nuova. ”Questo è un momento davvero emozionante per il team“, ha detto lo scienziato del progetto, Daniel Stern, del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, in California. “Possiamo già vedere le potenzialità di NUSTAR e rivelare i segreti dell’universo che non siamo ancora riusciti a svelare“.

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NUSTAR è stato progettato per funzionare per almeno due anni, possiede una risoluzione 10 volte migliore rispetto ai telescopi che lo hanno preceduto. Gli scienziati sperano che possa contribuire nella risoluzione di alcuni quesiti rigurado i buchi neri, ad esempio come si formano e come si evolvono. Anche se gli stessi buchi neri risultano invisibili (anche la luce non può sfuggire alla loro forza attrattiva gravitazionale), rilasciano grandi quantità di luce ad alta energia. Il prossimo obiettivo di Nustar sarà G21.5-0.9, resto di un’esplosione stellare avvenuta diverse migliaia di anni fa nella nostra galassia, la Via Lattea, e 3C273, un quasar nella costellazione della Vergine posto a circa 2 miliardi di anni luce di distanza.

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