Troppo lontano per essere facilmente notato dai telescopi, il potenziale pianeta invisibile sembra far sentire la sua presenza disturbando le orbite dei cosiddetti oggetti della fascia di Kuiper, ha detto Rodney Gomes, astronomo presso l' Osservatorio Nazionale del Brasile a Rio de Janeiro. 

Nuovo-Pianeta

Secondo i calcoli di Gomes, l'orbita di alcuni di questi oggetti - compreso Sedna, il più grande tra i pianeti nani - non corrisponde a quella prevista dagli attuali modelli. Le spiegazioni possibili sono diverse, ma Gomes ritiene che la più semplice sia "la presenza di una massa planetaria": un pianeta che orbiti a grande distanza dal Sole ma abbia una massa sufficiente ad avere effetti gravitazionali sugli oggetti della Fascia di Kuiper.

Vagabondo cosmico?

Nella sua ricerca, Gomes ha analizzato l'orbita di 92 oggetti della Fascia di Kuiper, e ha poi paragonato i risultati a modelli computerizzati che simulavano la distribuzione di quegli oggetti sia in caso di presenza sia in quello di assenza del pianeta in più.
Senza il pianeta fantasma, sostiene Gomes, l'orbita allungata di sei degli oggetti della Fascia non coincide con quella prevista dal computer. Non è chiaro quanto dovrebbe essere grande questo pianeta per spiegare le osser, prosegue lo studioso: ci sono diverse possibilità. Potrebbe essere un pianeta grande più o meno come Nettuno (cioè il quadruplo della Terra) che orbitasse a 225 miliardi di chilometri dal Sole (cioè a una distanza 1.500 volte maggiore di quella della Terra); ma anche un oggetto grande come Marte(circa metà della Terra) con un'orbita molto allungata, che di tanto in tanto si avvicinasse a circa otto miliardi di chilometri dal Sole.
Gomez ritiene che l'oggetto misterioso potrebbe essere un pianeta "nomade", espulso dal proprio sistema solare e in seguito catturato dall'orbita del nostro Sole. O al contrario, il presunto pianeta potrebbe essersi formato vicino alla nostra stella, e poi essersi spostato verso orbite più lontane in seguito a incontri gravitazionali con gli altri pianeti.

In ogni caso un pianeta del genere sarebbe molto difficile da osservare direttamente. In primo luogo rifletterebbe pochissimo la luce; inoltre, le simulazioni di Gomes non danno alcuna indicazione su dove gli astronomi dovrebbero puntare i telescopi per vederlo: "Può essere dappertutto", dice lo studioso.

Insufficienza di prove

Altri astronomi sono incuriositi dai calcoli di Gomes ma aspettano prove più consistenti prima di riportare a nove il numero ufficiale dei pianeti del Sistema Solare. "Si tratterebbe di un fatto rilevante", sostiene ad esempio Rory Barnes della University of Washington. "Ma non mi sembra ci siano prove sufficienti. Gomes però ha indicato la strada per capire come un pianeta del genere modificherebbe una parte del nostro Sistema Solare. 

Anche Douglas Hamilton, astronomo della University of Maryland, ritiene che le nuove osservazioni siano tutt'altro che definitive. "Dopo le osservazioni di Gomes l'esistenza del pianeta è solo un po' più probabile di prima. Non c'è la 'pistola fumante'". Hal Levison, del Southwest Research Institute di Boulder, in Colorado, è ancora più scettico: "Mi sembra improbabile che un pianeta piccolo come Nettuno abbia gli effetti osservati".

traduzione da:news.nationalgeographic.com


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