Ama il prossimo tuo....Ma con prudenza. Perchè alcuni possono avvelenarci la vita. E conviene saperli riconoscere.

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"La caduta dei Giganti" (1531-1533) sito nel Palazzo dei Principi di Genova, opera di Perin del Vaga.

Rassegnamoci c'è n'è almeno uno in ogni gruppo, in ogni famiglia, in ogni compagnia. L'importante è saperli riconoscere in tempo per mettere in atto le difese necessarie, o per scappare a gambe levate. Parliamo dei "vampiri" delle emozioni, uomoni e donne che appaiono del tutto normali, ma che in realità sembrano avere un unico scopo nella vita: rovinare la nostra.

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La psicologa americana Lillian Glass, esperta di linguaggio del corpo, li ha definiti "gente tossica" e li ha catalogati in dieci categorie, suggerendo per ciascuna le contromisure più adatte.

1. Il sociopatico. E' l'individuo tossico più pericoloso, anche perchè all'inizio fa un'ottima impressione, dato che vi dice tutto ciò che volete sentire. Privo di scrupoli, incapace di assumersi responsabilità, il sociopatico mente senza esitazioni per raggiungere i suoi scopi: non lo preoccupano nè i sentimenti nè i diritti altrui. E nemmeno il buonsenso, visto che è capace di contraddirsi gli fa comodo. Vanaglorioso e pieno di sè, ripete in continuazione la parola "io", il modo migliore per riconoscerlo è fissarlo bene in faccia: non muove un muscolo, non esprime emozioni. Anche perchè non ne prova affatto. La miglior difesa? Una fuga immediata.


2. L'invidioso. Rimugina senza interruzione su quello che gli altri hanno e lui no. Nella versione più estrema, il suo obbiettivo diventa quello di distruggere gli invidiati maltrattandoli verbalmente e sminuendone ogni conquista. Non riesce proprio a concepire che i successi altrui possano essere il risultato di sacrifici, fatiche e perseveranza e sparge veleno a piene mani sotto forma di pettegolezzi maligni, mormorii e critiche infondate. Per lui, che si tiene in forma andando in palestra non è altro che un narcisista con il cervello vuoto. Chi a buoni punteggi scolastici eè il leccapiedi del professore, e così via. Ma, in fondo, chi soffre di più è proprio l'invidioso.

 

3. L'arrogante presuntuoso. A questa categoria tossica appartengono categorie di persone superbe e vanagloriose e pedanti, convinte di essere sempre nel giusto e di fare inevitabilmente le scelte migliori. Hanno sempre la risposta pronta, e arrivano a imparare a memoria una serie di frasi a effetto solo per sfoderarle al momento giusto e apparire brillanti e migliori di altri. Accolgono invece le opinioni altrui con supponenza. La loro frase tipica è : "Ne sei proprio sicuro?". Sono despoti intellettuali. Soltanto le loro opinioni sono importanti e ogni espediente è buono per mantenere viva l'attenzione altrui mentre pontificano. Sul piano lavorativo, ogni sforzo e buono per convincere gli altri di essere indispensabili. Incoraggiati dalle loro errate convinzioni, si fanno del male da soli: un buon grado di autostima è positivo e utile per fare carriera, ma oltre un certo livello rende ciechi ai propri errori, fino a quando non è troppo tardi.


4. Il pettegolo maldicente. E' un supertossico, specializzato nel creare malcontento sopratutto nell'ambito lavorativo. Con le sue indiscrezioni può compromettere professionalmente anche i colleghi più competenti, e senza averne alcun vantaggio: il maldicente si realizza nel sentirsi ascoltato e la sua massima ambizione è sapere tutto di tutti. Proprio per questo, però, non esagerare ciò che crede di sapere o anche a inventarlo di sana pianta. E' abilissimo infatti nel condire una falsità con un'enorme quantità di dettagli noti, o comunque attendibili, fino a renderla credibile. L'unica difesa è tenersene lontano e non raccontagli mai nulla: entreremmo nella sua rete di bugie piccole e grandi, mescolate a confidenze che prima o poi il pettegolo renderà pubbliche senza alcun rimorso. Resta da dire che quasi tutti noi partecipiamo alla diffusione di pettegolezzi, quantomeno per commentarli. Un pò di autocritica è utile per non diventare tossici a nostra volta.


5. Il capo autoritario. In una relazione di lavoro, il capo ha ogni diritto di dire ai suoi subbordinati che cosa si aspetta da loro, e di criticare i loro risultati se lo ritiene necessario. In alcuni casi, però, si trasforma in un despota che trae piacere nell'imporre la propria volontà e si sente legittimato a umiliare chi lavora alle sue direttive. E' a questo punto che diventa una persona tossica. Gli autoritari mantengono il controllo infondendo timore e sono capaci di trasformare in un insopportabile fardello quello che agli occhi dei suoi sottoposti potrebbe apparire un progetto interessante e coinvolgente. Molto spesso questi individui si manifestano all'improvviso, quando finalmente ottengono l'agonata dirigenza. Nei casi peggiori odiano quelli che ritengono inferiori e boicottano chi si mette in luce perchè non sopportano la concorrenza. Lavorare per loro può essere un'autentica calamità.

 

6. Il mediocre. La mollezza e l'immobilismo sono comportamenti altamente contagiosi, per cui non sottovalutate questa tipologia di individui. Se vi convincessero a vedere la vita dal loro punto di vista, potreste anche finire per trascinarvi al lavoro sempre più demotivati in una nube di depressione. Benchè in genere facciano danni sopratutto a se stessi, i mediocri possono anche avvelenare i caratteri più aperti e vitali, contagiandoli, la soluzione? Ricordare che la scelta dei nostri compagni di strada dipende solo da noi.

 

7. Il vittimista. Prizza negatività da ogni poro, è convinto che il mondo sia un posto terribile e si crogiola nella propria sfortuna senza fare nulla per cambiare le cose. Il suo livore verso il mondo è così intenso e martellante da contagiare chi lo stà ad ascoltare, ma c'è di peggio: ha un'eccezzionale abilità nel far sentire gli altri (cioè noi) colpevoli della sua situazione disperata. 

 

8. L'aggrssivo verbale. La sua effimera violenza psichica crea crea danni non inferiori ai maltrattamenti fisici. Sardonici, offensivi, intimidatori gli aggressivi verbali hanno come primo scopo, in una discussione, quello di fare sentire l'interlocutore inadeguato, debole e incapace. Perfino il loro colorito rossastro appare bellicoso, così come il loro tono di voce roboante. Tentare di ragionare con loro è tempo perso: anche se un giorno lodassero la vostra arguzia, il giorno dopo - proprio quando vi sentirete più tranquilli - potrebbero lanciarvi la frecciata più feroce. Consolatevi: le persone tossiche di questo tipo, a differenza di altri, non sanno mantenere relazioni durevoli, e finiscono soli e abbandonati da tutti.

 

9. L'umiliatore. E' tra le categorie più odiosamente infime: l'umiliatore gode nello sminuire le sue vittime, destabilizzandole emotivamente. Si finge amico, sostiene di volervi aiutare, in realtà raccoglie informazioni sui vostri difetti per mettervi in cattiva luce agli cocchi altrui. Indossa costantemente una maschera e mostra la sua vera faccia solo quando raggiunge una posizione di netto vantaggio su di voi. Un tossico di questo calibro va tenuto d'occhio con molta attenzione, se riesce a condizionare la vostra vita con le sue prese di posizione, potreste perfino arrivare a convincervi che lo fa a vostro vantaggio.


10. Il nevrotico. Molti individui appartenenti a queste categorie potrebbero essere definiti "cattivi". Non nel caso dei nevrotici, che danneggiano contemporaneamente gli altri e se stessi, senza alcun motivo. Si pongono di continuo obbiettivi irraggiungibili e se vi siete associati con loro pretenderanno altrettando da voi. Il loro perfezionismo sfocia nella mania di voler controllare tutto ciò che li circonda, persone comprese, ricorrendo di continuo al ricatto   diabolico degli affetti. Già, perchè i nevrotici non osno cattivi, anzi: vorrebbero piacere a tutti in modo quasi infantile. Fantasiosi e autosufficenti, non ascoltano i consigli altrui ma sono pronti a elargire il loro aiuto, che deve seguire però le loro regole. In assoluto i peggiori tra loro sono i supertossici castratori, quelli che ti aiutano solo per poter sentire la fatidica frase: "Con tutto quello che ho fatto per te, è così che mi ripaghi?".

 

Per approfondire:http://drlillianglass.com/blog/

Articolo tratto da:rivista n° 240 di Focus ( ottobre 2012 dossier "Gente tossica" ) Immagine di testata (clicca qui) 1°immagine (clicca qui)


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