Come saremo tra 100 anni? (ammesso che ci saremo ancora). E’ una domanda che tutti, da sempre, ci siamo posti. Come saremo domani? Come saranno gli uomini del futuro? Come saranno le persone che sono sopravvissute alle violenze procurate al nostro pianeta?Uno studio condotto dal Dott. Gary Small, neuroscienziato della Ucla in California, ci dice che il cervello delle persone sta cambiando e sta cambiando in meglio:

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La ricerca su internet e i messaggi di testo hanno reso il cervello più capace di filtrare informazioni e più veloce nel prendere decisioni. La tecnologia può accelerare l’apprendimento e migliorare la creatività, ma può anche creare nelle persone una dipendenza o generare casi di perdita del contatto con la realtà.” Ma la cosa interessante non è questa a mio parere: ormai siamo abituati a sentir dire tutto ed il contrario di tutto su Internet e sul nostro cervello. La cosa interessante è l’analisi che il dottore fa sull’uomo vincente di domani: Gary Small, docente presso l'Istituto Semel di Neuroscienze e Comportamento Umano presso la UCLA sostiene che le persone più importanti della prossima generazione saranno quelle con un misto di capacità tecnologiche e sociali.

Come in tutte le cose si deve guardare anche l'altra faccia della medaglia,il professor Frank Fenner ha valutato un altra ipotesi:l'improvviso aumento demografico ed il consumo sfrenato delle già limitate risorse planetarie, porterà l'Homo Sapiens, così come lo conosciamo oggi, ad estinguersi nei prossimi cento anni, assieme a molte altre specie animali che si troveranno prive di un habitat adatto in cui vivere.

Gli effetti che il mondo sta subendo a causa delle variazioni climatiche, sarebbero solo l'inizio di un processo cosiddetto Antropocene, termine coniato solo di recente dal nobel Paul Crutzen, con il quale si identifica appunto "l'era dell'uomo".

Pessimismo? Forse, o almeno speriamo, anche se c'è da ammettere che la tesi di Fenner, per quanto apocalittica, non sia poi così da prendere alla leggera, dato che, se anche ciò non si verificasse nell'arco di un secolo, resta il fatto che i problemi evidenziati sono reali e, se non risolti, porteranno prima o poi ad una situazione di stallo per l'umanità, un giorno nel quale probabilmente sarà troppo tardi per cercare soluzioni.


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