Emblematico in questo senso l’ormai celebre spezzone tratto da un vecchio film di Charlie Chaplin dove in una scena si nota una donna appoggiare un oggetto all’orecchio, quasi con l’intenzione di parlare al telefono. Un gesto nel 2012 comunissimo ma che stona con la tecnologia di quell’epoca.

telefono1928

Da qualche anno sul web e sui social network gira un video che sta galvanizzando gli appassionati di misteri: si tratta dello spezzone di un documentario, “The Circus”, girato nel 1928. che mostra l’anteprima pubblica del film di Charlie Chaplin Il Circo. All’interno del filmato (disponibile qui sotto) compare una donna che sembra parlare al telefonino, tenuto nella mano sinistra.

L’anacronismo, che nel linguaggio dell’archeologia misteriosa si chiamerebbe OOPArt (oggetto fuori dal tempo), sarebbe stato scoperto da un filmaker irlandese, George Clarke.  Per i “cacciatori del mistero” la spiegazione più gettonata è che la donna sia in realtà una viaggiatrice del tempo. Ma per funzionare un telefono cellulare ha bisogno di una serie di attrezzature che trasmettano il segnale, come le stazioni radio base o i satelliti per telecomunicazioni. Insomma, sarebbe più plausibile pensare a un walkie-talkie se non fosse che i primi oggetti del genere comparvero solo nella seconda guerra mondiale (ed erano grossi come mattoni).

Ma allora, escludendo un caso di “viral marketing” mirato a promuovere il restauro del film di Chaplin, che cosa sta facendo la signora? Un’ipotesi plausibile, suggerita dal sito Forgetomori, chiama in causa gli apparecchi acustici: questi strumenti, nella forma di piccole trombette, erano già in uso già negli anni Venti. A partire dal 1924 la Siemens aveva anche commercializzato un sistema tascabile di ricezione/amplificazione, utile anch’esso per aiutare l’udito. Ma per la verità non è nemmeno sicuro che la signora abbia davvero qualcosa in mano (forse sta cercando semplicemente di ripararsi dal sole o di non farsi riprendere dalla telecamera).

Potrebbe quindi trattarsi di un caso di “Paraidolia”, in pratica saremmo noi, guardando con occhi moderni un’immagine del passato, a trovare corrispondenze con oggetti attuali, anche quando questi oggetti non ci sono. Insomma, un caso simile a molti altri OOPArts, dall’astronauta di Palenque al “globo del creato” che compare in un dipinto seicentesco di Ventura Salimbeni, scambiato da alcuni ufologi per un satellite Sputnik. Anche in questi casi sono i nostri occhi a riconoscere una forma nota e attuale in un oggetto, che visto invece nel suo contesto temporale aveva un significato completamente diverso.

Al di là di ogni spiegazione razionale o scettica, quella scena tratta da “The Circus” è ancora oggi una delle più condivise sui social network, un video che resiste ai razionalisti, alle spiegazioni e al tempo. A suo modo è comunque un mistero.


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