In Francia dal 1924 al 1930, nel villaggio di Glozel a sud est di Vichy, sono stati scoperti circa 3000 reperti preistorici, molti dei quali presentano delle misteriose iscrizioni. Si tratta di tavolette d'argilla, sculture, urne, pietre e ossa decorate che furono trovati per caso dal contadino francese Émile Fradin. Mentre lavora il suo campo un pezzo di terreno cede sotto il peso dei suoi buoi, riportando alla luce questi antichi reperti.


La scoperta non passa inosservata sotto gli occhi del professor Antonin Morlet che, venuto a conoscenza del ritrovamento, grazie ad un articolo di giornale, offre a Fradin tutto il suo aiuto. Ben presto giungono da tutto il mondo esperti per analizzare le misteriose incisioni, ma nessuno di loro riusce a tradurle. Si reca al villaggio anche Joseph-Louis Capitan, del museo delle belle arti di Parigi, al quale vengono consegnati dei campioni del terreno. Non si sa più niente di lui per tredici mesi, fino a quando non torna nel piccolo villaggio per effettuare un altro sopralluogo. Colpito da quanto aveva visto chiese a Morlet di preparare una relazione dettagliata su la scoperta in questione. Morlet scrive la relazione ma non acconsente alla richiesta di Capitan di pubblicare la relazione a suo nome. Capitan non digerisce l'offesa subita e, grazie anche all'aiuto dei suoi colleghi, timorosi di lui, fa di tutto per ostacolare e denigrare il sito archeologico. Ci fù anche un processo, nel quale Fredin venne accusato di essere l'autore di 3000 falsi, ma per mancanza di prove non venne condannato. 


Ma nel 1974 le cose cambiano e grazie al metodo della termoluminescenza viene confermata l'autenticità dei reperti. Questi però non appartengono ad una sola era: i materiali infatti hanno età diverse; con un arco di tempo che va dal neolitico fino al primo medioevo. Inoltre vi sono raffigurazioni di animali, come le renne e le pantere, che hanno abbandonato quelle terre circa 12000 anni fa.


E' possibile, secondo l'esperto Hans-Rudolf Hitz, che ha decifrato una parte delle iscrizioni, che le pietre, le ossa e le urne siano state prelevate da caverne preistoriche e che siano state portate a Glozel come offerte, che probabilmente era ritenuto un luogo sacro e di incontro.


Nel 1982 viene concessa l'autorizzazione agli scavi ma, per qualche strana ragione, questi vengono effettuati in tre luoghi situati all'estrema periferia del villaggio. Soltanto in uno dei tre luoghi è stata ritrovata una tavoletta iscritta su pietra nella quale è raffigurato un cavallo selvaggio, ma la tavoletta in questione è misteriosamente sparita.


Si tratta solo di un imbroglio creato a regola d'arte? Ancora oggi manca una soluzione definitiva al rebus....


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