Ci troviamo a Montevecchia all’interno del Parco del Curone, più precisamente a Monte, frazione di Rovagnate (Lc), dove vi sono tre colline di forma piramidale di roccia calcarea, ormai ricoperte di erba e di terra sui lati ad ovest. Non si sa chi le ha costruite e perché, ma si sa chi le ha scoperte: l’architetto Vincenzo di Gregorio che, tra l’altro, ho avuto il piacere di conoscere dal vivo.

altLa scoperta risale al 2001 e da allora le ricerce condotte da di Gregorio e da altri studiosi e ricercatori che, sulle sue orme, hanno incominciato ad interessarsi all’argomento, hanno portato ad interessanti novità. Le piramidi sono tre e sono poste su un asse obliquo da nord-ovest a sud-est.

Ciò significa che sono ruotate di 90° in senso orario rispetto alle altre tre, più celebri, piramidi egiziane di Cheope, Chefren e Micerino. Tuttavia, la proporzione e la posizione delle tre piramidi, l’una in rapporto alle altre, è identica in entrambi i casi. Sia in Egitto che nel Parco del Curone si trovano tre piramidi posizionate esattamente come le tre stelle della cintura di Orione: Alnitak, Alnilam e Mintaka. Secondo la mitologia greca, Orione era una divinità cacciatrice, come Artemide. Venne ucciso da uno scorpione, per questo la costellazione raffigurante questo animale si trova dalla parte opposta dell’emisfero celeste rispetto Orione, a significare l’eterno rincorrersi dei due nemici.

Orione è assimilabile al dio egizio Osiride, sposo di Iside e smembrato dal fratello Seth. Ricomposto successivamente da Iside con l’aiuto di Thot, divenne la prima mummia, per opera del dio Anubis. Ma il suo regno divenne quello celeste, oltre l’orizzonte occidentale, divenendo così la costellazione di Orione. Horus, figlio di Osiride e di Iside, sconfisse Seth e divenne il primo faraone.

Anche nella storia dell’Egitto incontriamo la figura di un re Scorpione, proprio in quegli anni in cui il regno era ancora diviso tra un alto (a sud) ed basso (a nord), in lotta per il dominio totale. Potremmo associarlo con la figura dello Scorpione che inseguì ed uccise Orione, ovvero con suo fratello Seth. 

Erodoto e le sue "Storie".Finora, si è proposta una datazione che ci riporta al 3000 a.C. circa. Periodo in cui, secondo gli archeologi, vennero costruite le piramidi della piana di Giza. Ma tale datazione è stata trovata solamente riferendosi a certe fonti scritte, specialmente ad Erodoto, che visito l’Egitto tra il 460 ed il 455 a.C. Nelle sue “Storie”, ci parla delle piramidi e dei nomi dei loro costruttori, appunto Cheope, Chefren e Micerino.

PIRAMIDI-visione-dinsieme

Ma è risaputo che ciò che apprese, lo apprese da fonti orali indirette, dalla voce della gente che interrogava per le vie dei paesi d’Egitto da lui visitati nel V secolo a.C. Quanto attinenti alla realtà possono essere i suoi racconti? Molte notizie da lui forniteci si sono rivelate errate.

Quindi, a mio avviso, non possiamo credere completamente allo scrittore e viaggiatore greco, quando ci parla delle piramidi.

resoconto del sopraluogo. La zona di Montevecchia è caratterizzata, dal punto di vista geologico, dalla presenza della Scaglia Lombarda. La località Monte, frazione di Rovagnate (Lc), interessata al sopraluogo, è impostata su quest’unità geologica, ben individuabile in affioramenti, visibili in particolare alla base delle colline in oggetto dello studio.In definitiva la zona risulta essere fortemente antropizzata, almeno dal XVI secolo della nostra era.

Nei primi mesi del 2001, le piramidi della Val Curone, furono rilevate attraverso l’osservazione di immagini satellitari e aeree. Queste piramidi sono oggi completamente coperte dal terreno e dalla vegetazione, e hanno l’apparenza di colline naturali. La notizia della scoperta di colline piramidali lombarde, la quale seguiva di non molto tempo quella delle piramidi in Bosnia, aveva colpito lo staff della rivista ceca di fantarcheologia WM, e il direttore Georg Wojnar - assieme ai suoi collaboratori - si recò a visitare l’area. Giunsero nella zona l’8 maggio 2003, al mattino molto presto per individuare il sito. Dal momento che non era facile rendersi immediatamente conto delle colline a forma di piramide, le prime analisi preliminari vennero compiute due giorni dopo l’arrivo.

Le conclusioni del direttore di WM e dei suoi giornalisti apparvero sulla rivista ceca nel giugno del 2003. Secondo l’articolo pubblicato, la piramide n°1 aveva una base stimata in 100 metri, con un’altezza di 50. Tre colline a forma di piramide furono rilevate, una di esse mostrava tracce evidenti di blocchi di pietra messi assieme dalla mano dell’uomo. Inoltre, era chiara la presenza di uno spiazzo dalla forma allungata misurante 18 x 9 metri. Tutte le tre strutture avevano un’inclinazione di 42-43°. I lati di ogni piramide erano allineati, e deviati dai punti cardinali di circa 7-12° in direzione nord-est. Il team di WM si domandò se questo fosse un errore di progettazione o un segno che sotto questa anomalia vi fosse qualcosa di più sconcertante. Fin dalle analisi iniziali delle foto aeree e satellitari, si era cominciato a confrontare la configurazione delle piramidi di Montevecchia comparandola con quella della piana di Giza e dunque con la costellazione di Orione. Il gruppo di giornalisti proveniente dalla Repubblica Ceca, ha affermato che la sua ricerca in situ mostra come le piramidi sono effettivamente allineate col passaggio di Orione all’alba del solstizio d’estate. Tra l’altro, la località di Montevecchia dista solo ottanta chilometri dalle celebri pitture rupestri della Val Camonica, un altro luogo interessante della Lombardia, dal punto di vista dei misteri archeologici e antropologici.

Gabriela Lukacs (assieme al suo compagno ricercatore Nenad Djurdjevic) compì un viaggio di ricerca a Montevecchia nell’ottobre 2007, presentando le sue investigazioni alla conferenza ICBP di Sarajevo nell’agosto 2008. Le tre colline-piramidi hanno la loro visibilità migliore proprio da Montevecchia. Lo stesso paese - di antica origine - è situato su una collina assieme al convento delle Carmelitane , situato sulla cima più alta. Una constatazione sorprendente è che quell’area ha la morfologia di un enorme bacino circondato da 7-9 colline piramidali. Le tre piramidi individuate da Vincenzo De Gregorio, anche se non è immediatamente facile individuarle, non sono le sole nell’area!

Le ricerche della Lukacs e del suo compagno, portarono a diverse sorprese e a un nuovo approccio verso le colline di Montevecchia: come si è detto, 7-9 colline a forma di piramidi a terrazze possono essere viste nell’area a forma di bacino sulla quale si sporge il vecchio centro rurale; non solo è chiaramente visibile la loro forma piramidale, ma anche passaggi, bordi e cime lavorate in modo da mostrarle appiattite; due colline sono parallele e i loro lati sono allineati - con una lieve deviazione di 7-12° verso le direzioni dei punti cardinali; una collina è differente in modo lieve dalle altre, come posizione e allineamento; i percorsi di salita verso le cime seguono i bordi sul lati a sud-est e a sud-ovest; tutte e tre le colline individuate da DeGregorio sono collegate tra di loro da un percorso che va da nord a sud; la piramide 1 e la piramide 2 (chiamata “belvedere Cereda”) hanno terrazze coperte d’erba; la piramide 3 è nascosta completamente da boschi e arbusti; P1 ha una cima appiattita da cui spuntano undici alberi di cipresso; P2 ha una specie di altopiano elittico di 9 metri per 18 costruito con enormi blocchi di pietra, scolpiti e tagliati per essere messi in situ, entrambi i centri dell’elisse possono ancora vedersi sull’altopiano, inoltre, questa stessa collina ha il lato principale orientato perfettamente a est, le popolazioni celtiche hanno successivamente utilizzato questa caratteristica (ereditata da una ignota civilizzazione precedente) per i riti astrologici; da tutte e tre le cime delle colline può essere osservato il sorgere del sole a oriente dietro le montagne delle Alpi, rendendola un eccellente piattaforma di osservazione; sulla piattaforma della P2 ci sono dei menhir caduti; tutte le terrazze sono costruite da muri composti da pietre a secco, i quali hanno un’altezza media di 50 cm; muri di pietra a secco sono fatti di massi di taglio rettangolare dai lati piatti ed angoli retti, e non si tratta di pietre da campo; le terrazze dei vigneti sui pendii più piccoli della valle, seguono la topografia del terreno; i camminamenti sulle colline piramidali sono dritti, coi livelli bilanciati e paralleli; l’inclinazione di 42-43° delle colline può essere legata all’altezza delle strutture delle terrazze fatte da mano umana, le quali, tutte assieme, raggiungono i 50 metri, forse anche i 150. Una splendida vista si può godere da questi rilievi che circondano la valle del Curone, e nelle giornate limpide è distinguibile pure la città di Milano.

Infine, questi sono i dettagli rilevati dalle indagini di Gabriella Lukacs e Nenad Djurdjevic sulle piramidi (identificate come P1-P2-P3…ecc): distanze P1-2=515 m, P2-3=565 m

montevecchia new_aerial_jpg

Coordinate delle sei possibili piramidi ed elevazione delle colline:

P1 45°43′41/9°22′18 416 m
P2 45°43′26/9°22′26 370 m
P3 45°43′51/9°21′51 460 m
P4 45°42′24′/9°22′19 438 m (collina coperte da vigneti)
P5 45°42′19/9°22′37 425 m (collina con in cima il convento delle Carmelitane)
P6 45°42′20/9°22′43 392 m (collina con costruzioni private).

L’estensiva costruzioni di terrazzamenti ad uso agricolo (Vigneti) ha impresso alle colline una fisionomia regolare e squadrata.Sebrerebbe infatti che non solo in Brianza siano presenti costruzioni piramidali , ma anche in Friuli sono state trovate costruzioni di questo genere.

Secondo voi esiste realmente qualche riferimento con le altre piramidi?


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