Uno psicologo americano, il Dott. Albert Harrison dell’Università della California, è stato intervistato sulle possibili conseguenze che potrebbero esserci per l’umanità nel caso i vari governi mondiali decidessero di dare il via ad un totale “disclosure” sulla presenza extraterrestre.

Uno psicologo americano, il Dott. Albert Harrison dell’Università della California, è stato intervistato sulle possibili conseguenze che potrebbero esserci per l’umanità nel caso i vari governi mondiali decidessero di dare il via ad un totale “disclosure” sulla presenza extraterrestre. Valutando questa eventualità egli ha affermato, in tutta franchezza, che in questo momento non ci sarebbero motivi di panico per le popolazioni mondiali. Una tale scoperta, per le generazioni di oggi che sono nate nell’era high-tech, tra computer, calcolatori elettronici, stazioni spaziali, cellulari ed altre tecnologie, sarebbe quanto mai “normale”. Un centinaio di anni fa, tutte le meraviglie tecnologiche di cui disponiamo oggi esistevano solo nei film di fantascienza. Se all’epoca gli UFO fossero scesi nei giardini della Casa Bianca, tutti avrebbero pensato ad un miracolo religioso, all’arrivo di demoni, e si sarebbe scatenato il finimondo con gravi conseguenze per l’ordine mondiale.

Oggi, invece, credere nella possibilità che una razza aliena ci stia visitando e stia cercando di contattarci non costituisce assolutamente un problema. Le persone sono preparate psicologicamente a questa eventualità. La gran parte di esse ha conoscenze elementari sulla fisica quantistica ed ha ormai familiarità con termini come spazio-tempo, il multi-verso, e la teoria delle stringhe che postula addirittura la possibilità che esistano 11 dimensioni parallele…

Se oggi cominciamo ad essere convinti sulla possibile realtà di viaggiare nel tempo e nello spazio, attraverso una miriade di universi, rientra quindi nella normalità pensare che esistano altre forme di intelligenza, lì da qualche parte, nello spazio. Se il governo americano (e tutti gli altri a venire) posseggono le prove che esiste vita intelligente oltre la nostra, hanno il dovere di renderle pubbliche, perché questo è il momento giusto per farlo.

Fare questo passo diviene indispensabile ora, prima che accada qualcosa che ce lo faccia scoprire da soli. Se dunque i governi, sanno, che parlino: in questo modo faremo tutti pace con il fatto che non siamo soli nell’universo…

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