Un pioggia di proiettili cosmici, avvenuta circa quattro miliardi di anni fa e durata 200 milioni, avrebbe permesso al nostro pianeta di conservare, nei pressi della superficie, i metalli preziosi. Che altrimenti sarebbero finiti vicino al nucleo. Lo studio su Nature


Un'elaborazione artistica della pioggia di meteoriti che avrebbe portato oro e platino sulla Terra (credit: Julian Baum/Take 27 Ltd)Hanno portato i mattoni della vita sulla Terra. Ma i meteoriti hanno pensato anche a come renderla più bella. Oro e platino sarebbero infatti piovuti letteralmente dal cielo: frutto di un bombardamento di proiettili cosmici avvenuto circa quattro miliardi di anni fa e durato 200 milioni di anni, che ha ricoperto il pianeta con una “doratura” di metalli preziosi. La tesi è suffragata, oggi su Nature, da uno studio delle università di Bristol in Gran Bretagna e di Munster in Germania. Il dilemma da risolvere era come mai l’oro con cui ci orniamo comunemente sia rimasto così a portata di mano, sulla crosta terrestre, in quantità centinaia di volte superiori rispetto a quanto previsto dalle teorie scientifiche. La maggior parte dei metalli preziosi infatti è precipitata insieme al ferro fuso nel cuore del pianeta quando le sue rocce erano ancora liquide e calde.

Se fossimo in grado - scrivono i ricercatori Matthias Willbold e Thorsten Kleine - di scendere a 3mila chilometri di profondità, raggiungere il centro della Terra e recuperare tutto l’oro e il platino che vi sono depositati, potremmo ricoprire la superficie del pianeta con uno strato spesso quattro metri.

Dobbiamo invece accontentarci di quel poco che ci è piovuto sulla testa durante la tempesta di meteoriti tardiva (circa 200 milioni di anni dopo la formazione della Terra e 650 milioni di anni dopo la formazione del sistema solare), che ha regalato una patina dorata a un pianeta abbastanza freddo e solido da trattenere in superficie la manna piovuta dal cosmo. Una volta precipitati sulla Terra, i metalli preziosi sarebbero stati catturati dai moti convettivi del pianeta, disegnando quei “filoni” di cui oggi andiamo a caccia.


Il fatto che la doratura della Terra sia tutt’altro che uniforme ha permesso ai ricercatori di dimostrare la loro teoria. In Groenlandia, in una regione chiamata Isua, la coppia di scienziati ha prelevato dei frammenti di roccia di 3,8 miliardi di anni fa rimasti immuni dalla tempesta di meteoriti. I due ne hanno analizzato la composizione chimica con una precisione record (utilizzando due isotopi del tungsteno) e hanno messo a confronto la mappa dei suoi elementi con la mappa degli elementi di una roccia “benedetta” dai meteoriti preziosi. La differenza degli ingredienti è stata tanto netta da confermare la tesi della pioggia dorata.


Fra i 20 miliardi di miliardi di tonnellate di materiale che piovve sulla Terra con i meteoriti di quattro miliardi di anni fa (compagni di viaggio dei “proiettili” che hanno butterato il viso della Luna) solo una piccola quota sarebbe stata però ricca di platino e oro. Ecco perché la doratura del pianeta oggi non è ben distribuita, e alcuni paesi si ritrovano ad aver ricevuto dal cielo più manna degli altri.