I primi tentativi di classificazione di civiltà aliene si devono a Kardashev, che propose un criterio basato sulla capacità di raccogliere e sfruttare l'energia prodotta "naturalmente".

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La scala di Kardashev è un metodo di classificazione delle civiltà in funzione del loro livello tecnologico, proposta nel 1964 dall'astronomo russo Nikolai Kardashev. Propose una scala con 5 gradini, identificati dai numerali romani da I a IV, più un livello di partenza 0. Si compone di tre tipi, basati sulla quantità di energia di cui le civiltà dispongono, secondo una progressione esponenziale. L'esistenza delle civilizzazioni descritte è del tutto ipotetica, ma questa scala è stata utilizzata come base di partenza nella ricerca del progetto SETI, e viene utilizzata anche per definire la nostra civilità.

Tipo 0: civiltà (compresa quella terrestre dell'epoca) che non erano in grado di sfruttare tutta l'energia prodotta dal loro primario, sia direttamente (energia solare) sia indirettamente (energia eolica, delle maree, dei fiumi, ma anche dei combustibili fossili).

Tipo I: civiltà in grado di utilizzare tutta l'energia disponibile sul suo pianeta d'origine (secondo i calcoli che Kardashev aveva proposto inizialmente 4x1012 watt).

Tipo II: civiltà in grado di raccogliere tutta l'energia della stella del proprio sistema solare (4x1026 watt).

Tipo III: civiltà in grado di utilizzare tutta l'energia della propria galassia (4x1037 watt)

Tipo IV: in grado di controllare tutta l'energia di un superammasso di galassie (circa 1046 watt)

Tipo V: in grado di disporre dell'energia dell'intero universo visibile (circa 1056 watt). Una civiltà di questo livello è probabilmente ipotizzabile nell'ambito della teoria del punto Omega di Frank Tipler

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La civiltà umana sarebbe pertanto una civiltà ancora di "Tipo 0", in quanto utilizzerebbe solo una frazione dell'energia totale disponibile sulla Terra.

Secondo Kardashev la Terra nel 1964 avrebbe potuto percepire la presenza di una civiltà di tipo III sotto forma di emanazioni di onde radio o di fasci laser. Nel 1965 ritenne di aver intercettato uno di questi segnali nella radiogalassia CTA 102 e la notizia venne pubblicata con grande risalto dall'agenzia Tass, ma in seguito apprese che pochi giorni prima un astronomo olandese, Maarten Schmidt aveva identificato il segnale come l'emissione di un quasar. In seguito Iosif Shklovsky, principale collaboratore di Kardashev, giunse alla conclusione che una civiltà di tipo III non potrebbe che autoestinguersi, secondo il concetto della singolarità tecnologica.

Le alte energie appaiono necessarie per riuscire ad accorciare le enormi distanze spaziotemporali tra le stelle (cunicoli spaziotemporali) e quindi a un rapido passaggio all'acquisizione della disponibilità di energie di livelli superiori.

Estrapolando in base al tasso di crescita attuale del consumo energetico planetario, secondo Michio Kaku, fisico teorico statunitense, l'umanità potrebbe raggiungere una civiltà di tipo I intorno al 2200, di tipo II intorno al 5200 e di tipo III intorno al 7800.